Nelle sole strutture ospedaliere catanesi mancherebbero ben 600 infermieri per garantire l’assistenza di base. Il blocco delle assunzioni è datato 2008 e il contratto di categoria, scaduto nel 2009, non è stato ancora rinnovato.
Sono 30 mila gli infermieri non occupati in tutta Italia, di cui circa 3.500 in Sicilia, numeri che danno la misura del della crisi occupazionale del settore. Nelle 17 aziende sanitarie dell’Isola c’è poi una cronica carenza di personale, con un crescente precariato e con tantissimi infermieri occupati in meno rispetto a quelli che dovrebbero esserci. Un numero enorme, che comporta un conseguente sovraccarico di lavoro per la categoria, costretta a sopportare anche il perdurare del blocco del cosiddetto “turn over”, oltre a dover fare i conti con l’usura del personale, chiamato spesso a svolgere attività “demansionata”, non di propria competenza. Sono alcuni dei dati con cui fanno i conti gli infermieri siciliani, che oggi si sono riuniti a Palermo per il convegno regionale su “L’infermiere per una sanità da III millennio. Dal demansionamento alle competenze specialistiche”, organizzato dal NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, e il patrocinio della Regione Siciliana e del Comune di Palermo. Al congresso siciliano ha preso parte anche il segretario nazionale del sindacato, Andrea Bottega.
Sarebbero diverse migliaia le carenze in Sicilia (si conta che nelle sole strutture ospedaliere catanesi mancherebbero ben 600 infermieri per garantire l’assistenza di base). Il blocco delle assunzioni è datato 2008 e il contratto di categoria, scaduto nel 2009, non è stato ancora rinnovato. Gli
stipendi sono fermi agli importi di cinque anni fa, mentre i salari accessori sono addirittura diminuiti. In pratica, si calcola che gli infermieri avrebbero perso circa il 12 % del loro stipendio. Tutti problemi che, inevitabilmente, nonostante lo sforzo degli infermieri e l’alto livello di professionalità, si riversano sull’utenza finale e sui servizi che il Sistema Sanitario Nazionale eroga, a fronte di un numero insufficiente di personale infermieristico nelle strutture ospedaliere
fonte r.it