Modena, 23 giugno 2015 – Un falso infermiere assunto dall’Asl di Modena con un contratto a termine di alcuni mesi e a servizio di tre Asp, nel periodo che va dal dicembre del 2009 fino al 2013. Le aziende pubbliche di servizio alla persona sono due della nostra provincia (Vignola ed Area Nord) ed una di Bologna. Il quadro è emerso ieri in tribunale nel corso dell’udienza che ha visto condannato a due anni e undici mesi, con il rito abbreviato, un uomo di 38 anni, originario di Cosenza e recidivo, perché già giudicato colpevole in Toscana a seguito di un altro procedimento che gli è costato una pena di sei mesi, sempre per esercizio abusivo di una professione.
Nel processo che si è concluso ieri in primo grado (il pm è Marco Niccolini ed il giudice Andrea Romito) il 38enne aveva anche altri tre capi d’imputazione, aggiunti all’esercizio abusivo appunto. Per due di questi è stato riconosciuto colpevole: truffa aggravata ad un ente pubblico e falso ideologico in atto pubblico. Assolto, invece, per esercizio abusivo di una professione in relazione soltanto ad un singolo episodio, vale a dire alcune medicazioni che avrebbe applicato dopo la rimozione di una cisti avvenuta a casa di un privato cittadino, che poi ha sporto denuncia. Decisamente sostanziose le provvisionali che sono state chieste, ed accordate, alle parti civili presenti.
Il finto infermiere, difatti, dovrà risarcire tutti i soldi che ha guadagnato nel corso della sua attività. Anche all’Asl, dunque. Per fare un esempio, alla Asp Seneca (rappresentata in aula dall’avvocato modenese Michele Jasonni) andranno più di 80mila euro. Oltre alla Seneca, in aula anche la Gasparini di Vignola e la ‘Comuni modenesi area Nord’. Completa il banco delle parti civili un’agenzia interinale. Perché così tanti soggetti? Perché il finto infermiere mettendo in atto il suo piano è riuscito evidentemente a beffare diversi livelli. Da quello, appunto, della proposta di un curriculum truccato ad hoc, fino all’attività vera e propria svolta all’interno di ospedali ed Asp.
È emblematico in questo senso il caso della Gasparini. All’interno della residenza per anziani di Vingola, il 38enne ha lavorato per sei mesi (nel 2013) con un ruolo di tutto rispetto tra gli infermieri. Poi, però, qualcuno dentro la struttura è incappato nelle sue vicende precedenti e così oltre al licenziamento è pure arrivata la denuncia. L’avvocato del 38enne, Simone Agnoletto, prepara già il ricorso in Corte d’Appello, aspettando ovviamente le motivazioni della sentenza di ieri. La difesa ritiene infatti che il diploma professionale esibito dal finto infermiere sia regolare, in tutto e per tutto. Il documento sarebbe infatti stato ottenuto dall’assistito a fine anni ’90 in una scuola di Cosenza, poi travolta da uno scandalo giudiziario.
Inoltre, ritiene sempre il legale del 38enne, l’uomo avrebbe svolto i suoi compiti dimostrando grande professionalità. La strategia difensiva si chiude con un’ultima tesi: la procura ha contestato anche la mancata iscrizione all’albo professionale degli infermieri, che però non sarebbe stata necessaria per i ruoli che il 38enne ha ricoperto nel corso degli anni. In ogni caso l’impianto accusatorio ha retto eccome, visto che Niccolini inizialmente aveva chiesto una condanna a tre anni. Giusto un mese di differenza nel dispositivo di sentenza letto ieri matina, evidentemente legato al singolo episodio della cisti
fonte
il Resto del Carlino
Un esigua condanna per il reato commessi..