La presidente: «Ci hanno ridotto del 10%, si torni a sostituire chi va in pensione» Il pronto soccorso è in affanno: ci sono anziani costretti ad aspettare ore
BOLZANO. Paola Nesler, presidente del Collegio infermieri, non va certo per il sottile: «Al nuovo direttore generale dell’Asl e all’assessore Stocker dico: i veri risparmi non si ottengono riducendo il numero dei professionisti dedicati alla cura e all’’assistenza, mettendo a rischio la salute dei pazienti e degli operatori».
La Nssler fornisce, poi, alcuni numeri. «In dieci anni il personale infermieristico è stato ridotto del 10 per cento. E quindi dico che bisogna tornare subito a sostituire il personale che va in pensione».
Se proprio bisogna far quadrare i conti secondo il Collegio infermieri, che rappresenta 5.500 iscritti, le strade da percorrere sono altre: «Da parte nostra – continua la Nesler – ribadiamo la necessità di aggregare e di ridurre le duplicazioni esistenti di centri decisionali, di funzioni e strutture che non danno risposte ai veri bisogni dei cittadini ma assorbono impropriamente e penalizzano l’equità di accesso alle cure».
Il Collegio degli infermieri si è espresso ieri in particolare sulla situazione, quantomai delicata, venutasi a creare al Pronto soccorso. Il personale è in stato di agitazione e chiede risposte immediate all’Azienda sanitaria: «Il collegio esprime grande preoccupazione – continua la Nesler – per la situazione limite che è stata denunciata dal personale del pronto soccorso di Bolzano. Al collegio è arrivata la lettera inviata all’assessore Marta Stocker e al direttore generale dell’’Azienda sanitaria dell’ alto Adige Thomas Schäl, dal personale del pronto soccorso che evidenzia difficoltà a gestire la massa di persone che quotidianamente si rivolgono al servizio. Sono giunte anche segnalazioni da parte degli utenti che documentano di aver passato intere giornate in pronto soccorso con notevole disagio soprattutto per gli utenti anziani».
Una situazione che il personale, competente ma non di rado in difficoltà, cerca di gestire al meglio. Ma secondo gli infermieri servono provvedimenti per il medio-lungo periodo.
«Chiediamo di esplicitare la tanto attesa riforma clinica, attraverso la rete territoriale in modo tale che gli utenti trovino risposta ai loro bisogni senza essere costretti a recarsi in ospedale. Bisogna, poi, evitare di togliere risorse umane o ridurre i servizi esistenti, evitare il blocco delle assunzioni permettendo così ai professionisti infermieri che si sono laureati da poco di trovare posti di lavoro. È necessario pensare, come del resto stanno facendo altri in Europa, a strutture gestite e coordinate da infermieri per complessità assistenziale ma anche evitare che ci siano troppe discrepanze tra i vari comprensori, facilitando la crescita di centri di eccellenza. Chiediamo, quindi, di sostituire sempre il personale che va in pensione». Una situazione, dunque, che sembra davvero essere arrivata al limite della sopportazione da parte degli infermieri che a breve dovrebbero
avere un primo faccia a faccia tanto con l’assessore Stocker quanto con il nuovo direttore generale. Quest’ultimo ha sottolineato che le risorse (finanziarie) non mancano. Resta da capire se saranno impiegate (anche) per garantire il turnover del personale.
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