Lucia Borsellino lascia la giunta Crocetta denunciando “un calo di tensione morale” nel primo governo siciliano a guida Pd, ed esprimendo “disagio”, come spiega in una intervista a la Repubblica, per quel rapporto stretto fra Crocetta e Matteo Tutino, il chirurgo plastico arrestato con l’accusa di aver addebitato al sistema sanitario pubblico interventi di natura estetica.
E non disdegnando una critica non affatto casuale “all’antimafia di facciata”, tanto che alla commemorazione del padre, il 19 luglio, annuncia che non andrà. “Si sono persi di vista gli obiettivi, la coerenza rispetto al progetto iniziale. C’è stato un abbassamento di tensione. Anche morale. Questa è stata la mia prima esperienza politica, sarà anche l’ultima. In questi anni ho sentito spesso il peso del nome che porto. Sono stata attaccata e tirata per la giacca in ragione del fatto che mi chiamo Borsellino. Ma la mia famiglia è composta da persone umili, che non hanno mai inteso sfruttare questo nome. Anzi: oggi -sottolinea Borsellino- torno a essere la figlia di Paolo”.
“Non capisco l’antimafia come categoria, come sovrastruttura sociale. Sembra quasi un modo per cristallizzare la funzione di alcune persone, magari per costruire carriere. La legalità, per me, non è facciata, è una precondizione di qualsiasi attività”, conclude Borsellino.
fonte siciliainformazione.com