La verità è che ad oggi non è stato attivato nessuno STEN o STAM nelle province di Caltanissetta, Agrigento ed Enna. Lo stesso Ministero della Salute, consapevole dei ritardi, ha inviato alla Regione una nota, con la quale si impone di adeguarsi entro eil 30 giugno del 2015 alle disposizioni ministeriali sul percorso nascita. Ne consegue un ulteriore nota inviata dall’assessorato della salute ai DG. Tutto un fiorire di note.
04 LUG – Sono passati ormai quasi 5 mesi dal tragico episodio della neonata di Catania. La politica, regionale e nazionale si è indignata: minacce di commissariamento, di commissioni di inchiesta, di interventi dei Nas, annunci di irrevocabili dimissioni. Insomma, tutto un fiorire di reazioni, con la promessa di responsabili che avrebbero pagato, e, soprattutto, con la ferma intenzione di porre mano a necessari correttivi del sistema, con l’attivazione, tra l’altro, di un funzionale trasporto neonatale di emergenza. Fin qui le chiacchiere, cerchiamo di arrivare ai fatti.
In realtà,pur avendo preso atto,già da tempo, dell’accordo Stato-Regioni relativo alle linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza del precorso nascita, ed avendo attinto a relativi finanziamenti, non si è proceduto in maniera consequenziale, tanto che, già nel 2012, il comitato Lea ha ritenuto la Regione Sicilia inadempiente rispetto ai compiti previsti dall’accordo. Citiamo alcuni dati.
Nel D. A. del 21 dicembre 2011, pubblicato nel G.U.R.S. n.8 del 2012 e relativo ad assegnazione di somme per l’attivazione dei servizi STEN/STAM erano stati stanziati 5 milioni di euro, di cui 470 mila a Gela, nel comprensorio dell’ASP di Caltanissetta, che avrebbe dovuto attivare l’UTIN e 470 mila a Enna, che avrebbe dovuto attivare il sistema STEN/STAM. Di fatto,ad oggi,nel P.O. di Mussomeli, rimane attivo un punto nascita, con meno di 500 nati l’anno, che viene garantito con un dirigente medico pediatra che interviene in pronta disponibilità pomeridiana e notturna, alla pari di un dirigente medico della U.O. di anestesia e rianimazione e di un dirigente medico della U.O. di ostetricia e ginecologia, che intervengono con la medesima attivazione. Eventuali trasferimenti materno-fetali o neonatali da Mussomeli, vengono effettuati presso la UTIN di Agrigento, più facilmente raggiungibile di quella di Enna, dal personale del P.O. di Mussomeli.
Ma anche dopo la vicenda catanese la situazione non appare per nulla migliorata. Il 13 marzo 2015 viene emanato il D.A. del 26 febbraio,avente per oggetto: “Riordino e razionalizzazione della rete dei servizi di trasporto emergenza neonatale (STEN) e assistito materno (STAM)”, con il quale viene stabilito che, a decorrere dal 30 aprile 2015, dovranno garantire lo STEN e lo STAM le strutture di seguito elencate, secondo il bacino di utenza assegnato. In pratica, per la Sicilia occidentale, l’Azienda Ospedaliera Cervello di Palermo garantirà il servizio per le province di Palermo e Trapani. Per la Sicilia centrale, l’ASP di Enna, con il P.O. Umberto I di Enna, garantirà il servizio per le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. Per la Sicilia orientale, l’AOUP di Catania, con il P.O. Santo Bambino, garantirà il servizio per le province di Catania, Ragusa e Siracusa, l’ASP e l’AUOP di Messina garantiranno il servizio per la provincia di Messina.
Queste le disposizioni. Interviene anche il Ministero della Salute, che invia dei commissari che prendono atto di una situazione disastrosa, nonostante i tentativi di smentita dell’Assessorato alla Salute della Regione. La verità è che, per esempio, ad oggi non è stato attivato nessuno STEN o STAM nelle province di Caltanissetta, Agrigento ed Enna e ci si è dovuti attivare con un protocollo interno, per assicurare un minimo di servizio di trasporto da poter effettuare in sicurezza. Il 2 marzo il Ministero della Salute, consapevole dei ritardi, invia alla Regione una nota, con la quale sollecita ed impone di adeguarsi, entro e non oltre il 30 giugno del 2015 alle disposizioni ministeriali sul percorso nascita, evidenziando la possibilità, in caso di verifiche negative, di poter esercitare i poteri sostitutivi previsti dalla normativa vigente. Ne consegue una ulteriore nota, inviata dall’Assessorato alla Salute della regione Sicilia ai Direttori Generali di Caltanissetta, Catania e Palermo, in cui si chiede di relazionare sull’argomento, ciascuno per il bacino di propria competenza e si rimane in attesa di urgente riscontro.
Cosa concludere? Tutto un fiorire di note. Nel contempo, come ci insegnavano i nostri progenitori: Dum ea Romani parant consultantque, iam Saguntum summa vi oppugnabatur.
fonte Quotidianosanita.it
Giulio Liberatore
Coordinatore Commissione Pediatria ANAAO ASSOMED
Emilio Capra
Segreteria Regionale ANAAO ASSOMED Sicilia