di Antonio Arduino 15 luglio 2015
Aversa – È caos al pronto soccorso dell’ospedale “Moscati”. A creare una condizione di difficoltà operativa è una disposizione di servizio che mette l’uno contro l’altro medici del 118 e infermieri addetti a triage, il servizio deputato a determinare la priorità dei soccorsi da prestare ai pazienti che arrivano all’osservazione dei sanitari del servizio di emergenza urgenza del nosocomio.
Mario Borrelli, e del direttore generale dell’Asl Caserta, Nino Danzi, perché annullino una disposizione improponibile dal punto di vista legislativo che provoca disorganizzazione e possibile danno all’utenza del pronto soccorso.
“Leggere che il responsabile del pronto soccorso del Moscati ribadisce con una disposizione del servizio che ‘chi assegna il codice (di priorità d’intervento, ndr) è l’infermiere che accoglie il paziente al triage’ aggiungendo che ‘il paziente che arriva accompagnato dai colleghi del 118 deve essere rivalutato al triage, anche se il medico del 118 assegna un codice che segnala sulla scheda del paziente da lui redatta’ perché il codice, come sostiene l’autore della disposizione, ‘va assegnato dall’infermiere del pronto soccorso’, sembra inverosimile e fuori da ogni logica sia legale, sia organizzativa”.
“Perché – e dà origine ad un palleggiamento di competenze e responsabilità tra medici del 118 e infermieri del triage, con possibili conseguenze negative sul trattamento ed uno stato di tensione tra i familiari dei pazienti con possibili ripercussioni sull’incolumità personale di medici ed infermieri, come già accaduto più volte”.
“Per prevenire questa chiedo ai vertici sanitari dell’azienda Caserta di intervenire con immediatezza per annullare la disposizione, riservandomi, in difetto, l’intervento sostitutivo della Regione Campania nella persona del presidente Vincenzo De Luca al quale mi rapporterò”, conclude Castaldo.
fonte
Pupia.tv
Forse non hai letto bene il dpr, il medico del 118 arriva in ospedale con una diagnosi ben precisa, l’infermiere al triage non può discutere della diagnosi del medico, né confrontarsi perché non entra nei suoi livelli di competenza fare diagnosi. L’infermiere corre il rischio, che se ostacola il medico del 118 nella sua diagnosi di accesso al ps va incontro a sanzioni PENALII!!! Molto serie, vedi le varie sentenze della corte di cassazione
È assurdo x non dire altro che un direttore di struttura non conosca la normativa nazionale in merito all’assegnazione del codice colore che stabilisce le priorità d’accesso in p.s. Ovvio che in Italia la sanità non funziona…con quello che si legge….
Spero di poter essere esaustivo.”Il 17/05/1996 sulla Gazzetta Ufficiale viene prevista, per la prima volta in Italia, la funzione di triage in Pronto Soccorso che viene attribuita a “un infermiere adeguatamente formato che opera secondo protocolli prestabiliti dal dirigente del servizio”
(Linee Guida sul sistema di emergenza-urgenza sanitaria in applicazione del P.R. 27 marzo 1992 del Ministero della Sanità).
Il 7/12/2001 sulla Gazzetta Ufficiale, vengono pubblicate le linee guida sul “Triage intra ospedaliero” emanate dal Ministero della Salute d’intesa con i Presidenti delle Regioni, che delineano in maniera alquanto articolata alcuni principi generali che dovranno essere realizzati sull’intero territorio nazionale.
Il Triage viene definito come “lo strumento organizzativo in grado di selezionare e classificare gli utenti che si rivolgono al Pronto Soccorso in base al grado di urgenza ed alle loro condizioni”, si stabilisce che la funzione di triage deve essere garantita, in maniera continuativa, presso tutte le Strutture con un numero di accessi annui superiore a 25.000, e viene ribadito il fatto che tale funzione deve essere svolta da un infermiere, vengono anche individuate una serie di competenze dell’infermiere triagista che devono essere promosse attraverso un preciso programma formativo.
Viene soprattutto precisato che l’infermiere di triage deve poter rispondere ad una serie di requisiti iniziali quali: diploma di laurea in infermieristica o titoli equipollenti, esperienza lavorativa di almeno sei mesi in Pronto Soccorso, formazione clinica, relazionale e sulla metodologia del triage.
Nei Pronto Soccorsi con affluenza superiore a 25.000 accessi l’anno il triage deve essere svolto da infermieri dedicati a tale funzione in maniera esclusiva, nelle strutture con accessi in numero inferiore, è possibile prevedere la funzione di triage a un infermiere dedicato anche ad altre attività all’interno del Pronto Soccorso purchè venga garantito il rispetto dei criteri previsti nelle linee d’indirizzo per il triage e nelle disposizioni di legge.
Le linee d’indirizzo per il triage in Pronto Soccorso precisano che “La Formazione abilitante deve avvenire attraverso la partecipazione ad uno specifico corso teorico di preparazione e a un periodo di affiancamento a tutor esperto”.
Si raccomanda, inoltre, che ogni azienda preveda nel proprio programma formativo:
una formazione propedeutica alla funzione di triage e finalizzata a garantire le competenze sull’organizzazione del Pronto Soccorso e sulla gestione delle principali situazioni cliniche critiche;
una formazione permanente che consenta agli infermieri, compresi quelli con funzioni di coordinamento abilitati a svolgere attività di triage, di mantenere un livello di aggiornamento specifico per gli aspetti assistenziali, organizzativi relazionali, attraverso adeguate attività formative, da svolgersi almeno una volta ogni 2 anni;
un’attività di verifica interna (n. totale di codici emergenza assegnati coerenti con il protocollo di attribuzione dei codici colore in rapporto al n. totale di codici di emergenza assegnati; n. totale di codici urgenza assegnati coerenti con il protocollo di attribuzione dei codici colore in rapporto al n. totale di codici di urgenza assegnati; n. totale di codici urgenza differibile e minore assegnati coerenti con il protocollo di attribuzione dei codici colore in rapporto al n. totale di codici di urgenza differibile e minore assegnati; n. totale di codici non urgenza assegnati coerenti con il protocollo di attribuzione dei codici colore in rapporto al n. totale di codici di non urgenza assegnati).
L’attività di triage che deve essere svolta a rotazione da tutto il personale infermieristico del Pronto Soccorso per poter garantire una adeguata copertura del ruolo del triagista, ha però per sua natura, una rapida evoluzione e d’altro canto i Pronto Soccorsi sono da sempre i posti di lavoro a più alto turnover di personale .
Si viene così a verificare abitualmente una situazione di difficoltà da parte delle Aziende Ospedaliere a mantenere elevato il livello formativo dei propri triagisti, riuscendo spesso a formare solo i nuovi infermieri e perdendo la possibilità di mantenere le competenze necessarie a tutto il personale dedicato.
Ecco perchè la necessità di un corso itinerante e con modalità formative efficaci da effettuarsi almeno ogni 2 anni; così attraverso un retraining e una ricertificazione, si da la possibilità di formare sia singoli che gruppi di lavoro e audit clinici, addestrando in tale modo tutto il personale di Pronto Soccorso e non solo il gruppo dedicato.”
Il codice assegnato al triage di un ps non ha niente a che vedere con il triage fatto dal 118, es. i parametri sono cambiati durante il tragitto… oppure ci potrebbe essere un iper afflusso al ps e il triagista decide di aumentare il codice… insomma non è così facile generalizzare e criticare l’operato del triagista, probabilmente sa più cose del medico del 118 che ha portato il paziente. E poi è largamente risaputo che il medico non va giù il fatto che un infermiere assegni un codice al triage o addirittura lo contrasta…
Tralasciando tutte queste chiacchiere inutili…prendiamo in considerazione un esempio pratico: paziente arriva in ps con un codice rosso assegnato dal medico del 118, L’infermiere del triage, lo declassa al giallo, nei minuti di attesa il paziente decede…di chi è la responsabilità ??!? A voi la risposta
Giusto tutto fino ad un certo punto, gli infermieri non hanno competenza medica, da poter smentire anche a una presunta diagnosi di un medico.. solo un altro medico può smentire..
Carissimi, colleghi ( presumo siamo tutti infermieri ), quello che ho letto accade anche da me che lavoro in un ps di Palermo.
Molto spesso entro in contrasto con la C.O. del 118 e con chi lavora sulle ambulanze.
Il tutto nasce da una formazione che spesso lascia a desiderara sia da colleghi infermieri che dai medici, da un modo diverso di vedere l’emergenza, sia da una quasi mai rivalutazione dei p.v. e delle condizioni in generale.
Questo succede molto spesso quando a decidere il codice sono i medici, almeno qui da me, e non c’è verso di discutere.
X Giuseppe:
Il codice assegno dal medico di 118 non può essere diminuito ma solo aumentato e questo per normativa, ma se chiami il tuo medico del ps e chiedi di vederlo e conferma la tua idea di abbassare la priorità lo si può fare, ma l’infermiere è assolutamente obbligato a mantenere il codice dettato dal medico di 118.
Il problema è che molto spesso i medici che lavorono sul 118 per parasi il proprio fondo schiena aumentano almeno di un punto il codice di priorità, e gli infermieri che operano sul 118 spesso non sono infermieri con esperienza di pronto soccorso e le loro conscenza sono spesso limitate al reparto di appaerteneza, pensate che molto spesso il venflon impiantato dal 118 è sottocute o comunque fori vena…
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di immettere sul 118 solo il personale che opera nei ps o meglio ancora far ruotare il personale sel 118 e ps in entrambi i servizi, o obbligare gli operatori del 118 a lavorare per almeno 3-4 mesi all’anno in un ps.
Dare un codice al triage non vuole assolutamente significare fare diagnosi, è assegnate, in base a criteri sanciti da studi internazional, un codice di gravita che serve a dare al paziente la priorita di trattamento, o meno. Basti pensare che i codici al triage sono 4 e le diagnosi…..infinite.
E smettiamola di sentirci offesi se il professionista infermiere mette in discussione e il codice colore del collega del 118. Ha gli strumenti x farlo e la norma glielo consente. Facciamo in modo che venga fatto il miglior lavoro possibile, senza questa eterna diatriba sulle competenze..
A volte le cose semplici sembrano essere difficili. L’infermiere di Triage assegna un codice, applicando un protocollo in uso in quel Pronto Soccorso, pertanto se è previsto che assegni il codice in maniera autonoma (rientra nella sua competenza), tale codice potrebbe essere difforme dal codice del 118.