Il deputato segnala inoltre che il personale sanitario dell’ospedale è stato costretto ad essere sottoposto a cure per tossicosi. Chiede quindi se i due ministri “intendano valutare la possibilità di usare i locali dell’Istituto di Medicina Legale, dotato di locali appositi per i processi di identificazione dei cadaveri e di riconoscimento delle cause della morte, anziché locali inidonei e non preposti a questo scopo”. L’INTERROGAZIONE..
21 LUG – Lo scorso 4 luglio tredici salme recuperate al largo della Libia vengono trasferite all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, probabilmente legate alla tragedia del 18 aprile in cui persero la vita 700 immigrati. I corpi, tuttavia, sarebbero stati trasportati dentro normali sacche e depositati in ambienti non adatti a contenerli e in particolare all’interno di vecchie sala parto del reparto di ginecologia. Nello stesso padiglione ogni giorno si assistono donne incinte.
Antonio Gulisano, direttore della Diagnosi Prenatale dell’ospedale Vittorio Emanuele ha, inoltre, denunciato che le operazioni di trasferimento delle salme in ambienti non refrigerati e la conseguente perdita di liquami hanno determinato complicazioni all’interno del reparto, compreso il ricovero di alcuni dipendenti per l’insorgere di sintomi da tossicosi. I rappresentanti istituzionali del Comune di Catania hanno comunque affermato che quanto eseguito per la disinfezione dell’ospedale Vittorio Emanuele costituisca una procedura normale, mentre operatori sanitari e medici sostengono che quel tipo di bonifica non ha precedenti.
Sulla base di questi elementi Giulia Grillo, deputato del M5S e membro dell’Affari Sociali, ha presentato un’interrogazione in commissione al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per esaminare alcune scelte e in particolare:
►l’utilizzo di normali sacche per salme, non adatte a trattenere i liquami;
►il personale sanitario dell’ospedale costretto ad essere sottoposto a cure per tossicosi;
►il trasferimento delle salme nel reparto di Ginecologia, nel quale ogni giorno vengono assistite donne incinte;
Grillo chiede inoltre ai due ministri:
►se siano a conoscenza del luogo dove sono state allocate attualmente le altre salme dei migranti periti in mare il 18 aprile scorso;
►se, nel caso in cui sia prevista una prosecuzione dell’azione di identificazione e accertamento della morte per come già avvenuta e descritta in premessa, non valutino di convocare un tavolo congiunto tra Comune di Catania, Regione Sicilia, Prefettura, ASP, per pianificare le azioni necessarie, tutelando la salute dei cittadini e del personale medico–sanitario;
►se intendano valutare, per le proprie competenze, la possibilità di usare i locali dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Catania, dotato di locali appositi per i processi di identificazione dei cadaveri e di riconoscimento delle cause della morte anziché locali inidonei e non preposti a questo scopo come accaduto nell’episodio descritto in premessa.
fonte
Quotidianosanita.it