Avrà colpito tutti, genitori e non, la notizia del 19 marzo scorso della morte, in una scuola di Napoli, del piccolo Patrizio, un bambino di soli 4 anni rimasto soffocato da un pezzo di mozzarella durante l’ora della mensa scolastica…
Nonostante l’intervento del personale, nessuno è stato in grado di intervenire adeguatamente in modo tempestivo per portargli il necessario soccorso e la morte del bambino è avvenuta prima del suo arrivo in ospedale.
L’apertura doverosa di una inchiesta sulla vicenda, al di là del discorso sull’accertamento delle responsabilità, pone l’accento sulla necessità della costante presenza, nell’ambito delle strutture scolastiche, di personale infermieristico o medico che sia in grado di affrontare, nel modo più adeguato, eventuali emergenze. In un episodio come quello appena ricordato, infatti, anche la sola conoscenza della manovra di Heimlich avrebbe potuto evitare la tragedia.
Senza guardare a vicende di questa portata, tuttavia, il solo fatto che le scuole non possano far assumere farmaci (anche di uso abituale) ai bambini, costringendo i familiari a tornarvi nell’ora stabilita per la somministrazione, fa comprendere il disagio che alla famiglia può comportare l’assenza di personale responsabile nel trattamento di cure sanitarie.
Tutte le strutture scolastiche, pubbliche e private, sono infatti fornite di materiale di pronto soccorso e spesso di stanze adibite ad infermeria; ma al contempo non sono dotate di personale autorizzato ad intervenire in situazioni di pericolo per la salute dei bambini.
A tal proposito di certo sarebbe utile la promozione, da parte del Ministero della Salute, di una campagna di informazione al cittadino [1] che mostri, di fatto, come comportarsi, non solo in caso di soffocamento, ma anche in altre situazioni di emergenza, in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Ma anche ciò potrebbe essere insufficiente.
I tagli del Governo alle entrate scolastiche costituiscono un limite per qualsiasi iniziativa. Ma se è vero che si può anche accedere all’idea di portarsi da casa il materiale di cancelleria o addirittura (cosa che avviene spesso) la carta igienica o di rinunciare ad attività parascolastiche, non è ammissibile in alcun modo effettuare tagli su interventi indirizzati alla salute e alla sicurezza dei nostri figli.
È per questo motivo che è in corso una petizione che è possibile firmare cliccando su questo link. In questo modo, i promotori dell’iniziativa per l’introduzione di infermieri nelle scuole potranno raggiungere l’obbiettivo delle 50.000 firme