Usa 2016, Di Mario Lucio Genghini giovedì 13 agosto 2015 Lunedì, Bernie Sanders “il socialista”, così ama definirsi, ha incassato l’endorsement del più grande sindacato nazionale delle infermiere, il National Nurses United (NNU). L’organizzazione che raccoglie 185 mila iscritti, in maggioranza donne, ha reso noto che, alle primarie democratiche per le elezioni presidenziali Usa 2016, voterà il senatore indipendente del Vermont.
Il sostegno del NNU è arrivato nel corso di un raduno a Oakland, in California. La decisione del consiglio esecutivo di avallare formalmente la candidatura è stata la conseguenza di un sondaggio interno, che ha visto prevalere nettamente Sanders su tutti i suoi rivali. Il suo approccio keynesiano in economia, che contempla maggiori tutele per i lavoratori e un’estensione del sistema sanitario nazionale, ha stimolato grandi consensi fra gli infermieri.
Come riporta il Guardian, RoseAnn DeMoro, presidente del NNU, ha dichiarato che non si aspettava un appoggio così deciso a Sanders. Il suo stupore è certamente condivisibile, visto Hillary Clinton non solo è la grande favorita per le presidenziali, ma è anche donna, e questo avrebbe potuto avere il suo peso per un’organizzazione la cui maggioranza degli iscritti è di sesso femminile.
DeMoro ha spiegato, in un articolo apparso sull’Huffingtonpost U.S. le ragioni della scelta del suo sindacato: “Bernie Sanders si allinea perfettamente con gli infermieri sui problemi più critici che affliggono il nostro Paese, dalla disparità di reddito alla battaglia per garantire l’assistenza sanitaria universale, dal contenimento degli interessi di Wall Street e delle corporation all’istruzione universitaria per tutti, dall’uguaglianza razziale alla crisi climatica”. E sul fatto che l’esponente democratico non abbia molte chance di vittoria, la leader delle infermiere non si è mostrata affatto d’accordo: “Bernie non può vincere. Esattamente quello che hanno detto su Barack Obama nel 2007”.
Per parte sua Sanders, ha ringraziato il NNU: “Mi congratulo con voi; lavorate sodo ogni giorno, ma è chiaro che dobbiamo fare di più per fornire assistenza di qualità alla gente che ha bisogno e per dare a voi la possibilità di lavorare al meglio”.
Tra i sindacati, al momento, solo un altro ha espresso una posizione per le primarie. Si tratta dell’American Federation of Teachers, che ha fatto dichiarazione di voto per Hillary. Le altre unions restano prudenti: il loro timore è di appoggiare il candidato sbagliato. Sebbene, infatti, sul welfare siano molto più vicini alle posizioni di Sanders, sanno perfettamente che la Clinton potrebbe diventare il prossimo inquilino della Casa Bianca, grazie al voto di centro moderato.
Tuttavia, il sostegno delle infermiere a Sanders obbligherà l’ex segretario di Stato a rivedere in parte le sue posizioni. Se è è vero che per convincere l’elettorato più progressista continua ad ad usare toni insolitamente di “sinistra” nella sua campagna elettorale, ora le toccherà far seguire agli slogan anche qualche impegno concreto.
Alla fine di luglio Hillary ha incontrato i vertici dell’AFL-CIO, che raggruppa 56 organizzazioni sindacali e il risultato del meeting, come evidenzia il Wall Street Journal, è stato molto deludente. Le unions, infatti, non hanno ottenuto dalla candidata democratica una promessa chiara di opposizione contro l’area di libero commercio nel Pacifico (Trans-Pacific Partnership). Secondo alcuni partecipanti all’evento, poi, non ci sarebbe stata nemmeno la promessa di un impegno serio sull’innalzamento dei minimi salariali.