Ricerca americana: essere degli ex obesi è diverso rispetto all’essere sempre state persone normopeso. Diversi i rischi per diabete e mortalità
I chili di troppo scrivono potrebbero essere più nocivi di quanto fin qui stimato e l’influenza dell’obesità sulla mortalità potrebbe essere tutta da ricalcolare. E non al ribasso. Lo rivela uno studio americano apparso sulla prestigiosa rivista PNAS , i Proceedings of the National Academy of Sciences, secondo il quale l’errore fin qui compiuto dai vari studio clinici che indagano il legame tra obesità e mortalità sarebbe quello di considerare i valori del peso o dell’indice di massa corporea dei soggetti misurati al momento del loro reclutamento e di tralasciare la loro storia ponderale passata. Così facendo, si finisce con l’inserire nel gruppo dei normopeso anche tutti quei soggetti che un tempo erano sovrappeso. Tale difetto metodologico comporterebbe una sistematica distorsione dei dati di pericolosità dei chili in eccesso, sottostimandoli.
Infatti, transitare anche solo temporaneamente nella corsia del sovrappeso avrebbe delle conseguenze a lungo termine, una volta perduti i chili di troppo e raggiunta una buona forma fisica.
L’obesità è una delle patologie più diffuse del mondo moderno. Si calcola che ne sia affetto il 10% degli italiani, mentre il 40% è sovrappeso. Secondo il Center for Disease Control and Prevention di Atlanta, più di un terzo degli adulti americani soffrono di obesità, condizione che aumenta il rischio per alcune delle principali cause di morte prevenibile, tra cui le malattie cardiache, ictus, diabete di tipo 2 e alcuni tipi di tumore. E i suoi effetti possono non farsi sentire istantaneamente ma manifestarsi nel tempo e in modo cumulativo.
VA CONSIDERATO IL PESO MASSIMO RAGGIUNTO
«La semplice mossa di incorporare anche i dati relativi alla storia ponderale del soggetto permette di chiarire i rischi dell’obesità e mostra che essi sono maggiori di quanto fin qui stimato. Queste distorsioni fanno apparire il sovrappeso e obesità meno nocivi, oscurando i vantaggi di rimanere sempre non obesi».
Insomma, è necessario distinguere tra chi non ha mai valicato il confine del sovrappeso e chi invece è diventato normopeso solo una volta aver perso i chili di troppo, per varie ragioni tra cui la malattia. Tenuto conto di questo, emergono delle differenze notevoli tra queste due categorie di persone.
GLI EX-SOVRAPPESO SONO COMUNQUE PIÙ A RISCHIO DIABETE O MORTE
Per scoprirle, i ricercatori della Boston University School of Public Health e della University of Pennsylvania hanno analizzato una grande quantità di dati raccolti dal National Health and Nutrition Examination Survey tra il 1988 e il 2010, incrociandoli con i registri dei decessi avvenuti nel 2011. I partecipanti sono stati invitati a segnalare il maggior peso mai raggiunto nella loro vita, oltre al peso al momento della compilazione del questionario. scrivono in la stampa .itTra coloro che risultavano normopeso, ben il 39% era stato obeso o in sovrappeso in passato ed è possibile che una persona che una volta era in sovrappeso o obesa possa avere un aumentato rischio di mortalità a causa di eventuali danni cardiaci o rischio di diabete legati al passato. Infatti, dall’analisi dei dati emerge che il tasso di mortalità tra coloro che erano stati sovrappeso in passato era più simile a quello degli obesi che a quello, inferiore, dei normopeso.
Infine, utilizzando criteri statistici per confrontare le prestazioni dei vari modelli del legame tra obesità e mortalità, gli autori hanno scoperto che i modelli che utilizzano i dati sul peso massimo raggiunto nel corso della vita sono più accurati nel predire il rischio di mortalità rispetto a quelli che consideravano il peso indicato al momento dello studio.
LE IMPLICAZIONI PER LE ASPETTATIVE DI VITA
«I nostri risultati suggeriscono che l’influenza di sovrappeso e obesità sulla mortalità sia sostanzialmente maggiore di quanto comunemente stimato. Se ciò fosse vero, potrebbero esservi gravi implicazioni per l’aspettativa di vita futura negli Stati Uniti», scrivono gli autori. Infatti, «sebbene la prevalenza dell’obesità possa stabilizzarsi o addirittura diminuire, la storia degli ultimi tre decenni di una rapida e crescente obesità non può essere facilmente cancellata». Ecco che quindi, alla luce di questi risultati, rimanere sempre in forma assume un’importanza ancora maggiore.
@nicla_panciera