. Ai Presidenti Collegi IPASVI Provinciali
e.p.c. Alla Presidente nazionale Fnc
Egregi e Cari Presidenti dei Collegi provinciali ,
il gruppo di infermieri che vi scrive sta discutendo sulle questioni che riguardano la professione infermieristica. Come avrete letto,(Quotidiano sanità ,13 luglio 2016) noi vogliamo che a quel tavolo sia presente il pensiero degli infermieri. Perché questo sia, non è sufficiente, per noi, che a quel tavolo vi siano infermieri . A quel tavolo deve esserci il pensiero politico, informato ,discusso , condiviso dagli infermieri che lavorano nelle linee operative e da loro trasmesso a chi li dovrebbe rappresentare.
Sappiamo, e non perché ci sia stato formalmente comunicato, che a quel tavolo ci sono sindacati, rappresentanti esperti della Federazione , della regione toscana, dirigenti, comitato dirigenti,ma non sappiamo come tutti questi professionisti si siano rapportati con gli infermieri che lavorano nei reparti o in altri contesti; non sappiamo come abbiano potuto raccogliere il pensiero critico di coloro che dicono di rappresentare.
Circa la bozza pubblicata ci siamo già espressi . Oggi con questa nostra lettera siamo a chiederVi se e come i collegi abbiano informato e coinvolto i loro iscritti ,dato che gli scriventi non hanno ricevuto nessuna informativa e nessuna richiesta di convocazione a discussione dai loro rispettivi collegi.
Più volte è stato rimproverato, a chi scrive usando un pensiero diverso dal Vostro, di scrivere e parlare in spazi non propri. Quali sono gli spazi propri di discussione?
La Presidente Mangiacavalli ha mostrato,più volte, prossimità agli infermieri e quindi, attraverso di Voi Presidenti , Le chiediamo perché acconsenta ad un tale metodo e permetta una esclusione cosi evidente del pensiero della classe infermieristica.E’ privilegio del Comitato centrale pensare e scegliere per gli infermieri?
Infine, vi chiediamo il senso ed il significato del far partecipare a quel tavolo dirigenti, componenti di un comitato dirigenti, i quali sembrano essere cosi lontani dagli infermieri, tanto lontani da aver avuto la necessità di presentare un codice loro. Se i dirigenti permettessero agli infermieri , oggi loro sudditi, di rispettare il loro codice deontologico e dunque di lavorare come sentono di dover fare, non avrebbero avuto , i dirigenti, il bisogno di “annaspare” per un nuovo e diverso codice deontologico, sarebbe stato sufficiente che avessero presidiato il nostro.
Come pensate che quel genere di dirigenza possa portare e sostenere il pensiero , a loro volutamente sconosciuto, degli infermieri?
Il silenzio e l’indifferenza, eventuali, a queste nostre richieste non aiuteranno noi , ma neanche la crescita professionale di tutti quelli che oggi non scrivono, ma osservano e valutano e tacitamente dissentono. E questi non sono pochi come sembra.
In attesa di Vostre nuove nel merito posto, Vi salutiamo cordialmente
Piero Caramello, Infermiere Coordinatore, Firenze
Luca Sinibaldi , Infermiere Medicina ,Pisa
Laura Cocco Infermiera Strumentista cardiochirurgia,Cagliari
Anna Di Martino, Infermiera Strumentista cardiochirurgia , Teramo
Gianluca Del Poeta, Infermiere Coordinatore , Pescara
Maddalena Brajer, Infermiera Dh Oncologico Monselice, Padova
Lucia Morandi, Infermiera Rianimazione Ospedale Osma, Firenze
Gianluca Pucciarelli, Infermiere presso ospedale S. Giovanni Battista RomaDottorando
Marcella Gostinelli, Infermiera, Dirigente sanitario, Centro oncologico fiorentino ,Firenze
Laura Binello infermiera libera professionista Asti
Alfio Alfredo Stiro,Infermiere Pronto soccorso ,Catania