Da Polizia Penitenziaria.i Interrogazioni parlamentari,
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-10165
GALLINELLA, CIPRINI e BARONI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
con la legge 30 maggio 2014 n. 81, si è dato il via ad un nuovo tassello della riforma dell’assistenza psichiatrica in Italia, iniziata con la legge 180 del 1978 (legge Basaglia), che prevede la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) e la contestuale attivazione delle REMS (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza);
le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza sono strutture ricettive a carattere sanitario che dovranno però rispondere anche a criteri di custodia, poiché accoglieranno i pazienti con disturbo psichico, autori di reato, ritenuti non dimissibili dagli ospedali psichiatrici giudiziari;
la necessità di cambiare la gestione dell’assistenza sanitaria in Italia è derivata dalle carenze dimostrate dagli ospedali psichiatrici giudiziari nel corso degli anni, carenze che sono state messe in luce dal lavoro svolto dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, ma che non possono certo essere attribuite ad una mancanza di professionalità, quanto piuttosto ad una gestione dall’alto errata e alla mancanza delle necessarie risorse economiche destinate a questi Ospedali dalle regioni;
gli ospedali psichiatrici giudiziari ancora attivi oggi in Italia sono 6 e detengono circa 700 pazienti, a fronte di una loro completa dismissione la criticità per le nuove residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza sarà la gestione da parte del personale medico e infermieristico dei pazienti oggi detenuti negli, ospedali psichiatrici giudiziari che necessitano comunque di misure cautelari;
la nuova norma sancisce, infatti, che tutti i diritti della persona internata nelle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza siano disciplinati dalla normativa penitenziaria, ma la custodia passa dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria alla Sanità (dipartimento salute mentale), ponendo una serie criticità sulla garanzia di sicurezza sia dei pazienti che del personale che lavora nelle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza;
rispetto alla questione sicurezza è, infatti, sancito che “[…] i servizi di sicurezza e vigilanza perimetrale sono attivati sulla base di specifici Accordi con le Prefetture, anche sulla scorta delle informazioni contenute nel fascicolo dell’internato”; ne consegue che internamente alle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) le misure di sicurezza sono totalmente a carico del personale sanitario, ma è importante ricordare che il personale sanitario ha un dovere di cura e non un obbligo di custodia nei confronti dei pazienti;
molti medici e infermieri, ancor prima del 1o aprile 2015, giorno ufficiale della dismissione degli ospedali psichiatrici giudiziari, hanno manifestato le proprie perplessità di fronte a quella che sembra un’organizzazione troppo lasciata al caso e che non garantisce né la continuità di cura e recupero per i pazienti recuperabili, né la sicurezza del personale sanitario, in quanto alcuni pazienti detenuti possono essere pericolosi, sono spesso farmacoresistenti e tendenti a comportamenti non sempre facili da gestire da parte del personale sanitario, che non è certo demandato per professione a svolgere una vera e propria attività di custodia;
la mescolanza tra competenze sanitarie e quelle di ambito giudiziario, tra cura e custodia, in un contesto nuovo come quello dalle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, può rischiare di alterare l’identità professionale dell’infermiere e del medico psichiatra, che stanno facendo fatica ad accettare queste nuovi compiti previsti dalla legge, tra l’altro senza un’adeguata chiarezza su tutti i protocolli da seguire;
inoltre anche le stesse regioni hanno in questi mesi dato segnali di un adeguamento difficile alla nuova disciplina normativa e molti ospedali psichiatrici giudiziari sono ancora aperti anche per incertezza su dove e come trasferire i pazienti: –:
se in base a quanto esposto in premessa, alle difficoltà riscontrate e manifestate da molti medici psichiatri e personale infermieristico, nonché dalle situazioni delle diverse regioni italiane che stanno faticosamente adeguandosi alla nuova riforma, non intenda assumere iniziative per chiarire in maniera più stringente le modalità di trasferimento dei pazienti ancora detenuti nelle ospedali psichiatrici giudiziari che si ritengono non dimissibili;
se non intenda assumere iniziative per esplicitare meglio il ruolo di «custodia» che medici e infermieri dovranno esercitare nelle REMS, evitando di compromettere la professionalità del personale medico e infermieristico ma allo stesso tempo garantendo ai pazienti le cure migliori, nonché la sicurezza tout court delle nuove strutture. (4-10165)