AGOPUNTURA E PRATICHE DI MEDICINA TRADIZIONALE CINESE: Il Nursing Up insorge innanzi al Parlamento Europeo.
Nursing Up insorge innanzi al Parlamento Europeo a tutela degli infermieri italiani: “l’Accordo Stato Regioni che ci inibisce, come infermieri, di praticare agopuntura”. PER NOI E’ ILLEGITTIMO… L’EUROPA INTERVENGA.
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Accade proprio questo colleghi, nonostante le specifiche indicazioni provenienti dalla massima autorità competente in materia (l’OMS), in Italia un Accordo Stato Regioni esclude la categoria degli infermieri dal novero dei professionisti ammessi a esercitare agopuntura individuando esclusivamente nella categoria dei medici (ma anche dei farmacisti e dei veterinari…) quella più adatta a praticarla.
L’accordo non solo mortifica la nostra professionalità, ma volta le spalle, gravemente, finanche alle indicazioni dettate sul tema dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Per chiarire di cosa sto parlando ritengo utile trascrivere quella parte dell’accordo che ci riguarda e dove specificatamente si legge: “L’agopuntura, la fitoterapia e l’omeopatia costituiscono atto sanitario e sono oggetto di attività riservata perché di esclusiva competenza e responsabilità professionale del medico chirurgo, dell’odontoiatra professionale, del medico veterinario e del farmacista, ciascuno per le rispettive competenze”.
Secondo quanto appena trascritto sono in grado di praticare agopuntura oltre ai medici chirurgi, anche gli odontoiatri, i veterinari e i farmacisti, ma non gli infermieri.
Il motivo di tale limitazione sarebbe giustificato dalla seguente disposizione (che sempre mi limito a trascrivere): “L’agopuntura, la fitoterapia e l’omeopatia sono considerate come sistemi di diagnosi, di cura e prevenzione che affiancano la medicina ufficiale”.
Tutti voi condividerete con me un’evidenza: siamo di fronte ad una affermazione completamente destituita di qualunque fondamento, una vera e propria presa di posizione che non tiene conto degli studi condotti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle medicine alternative (tra cui l’agopuntura).
La Conferenza permanente per gli accordi tra lo Stato e le Regioni, partendo dal dato incontestabile per cui agli infermieri è preclusa la diagnosi (medica) al solo fine di escluderli dalla facoltà di praticare l’agopuntura, definisce testualmente tale pratica come “un metodo di diagnosi”.
Ma, pensiamoci bene cari colleghi e colleghe, se la limitazione rispetto alla facoltà di praticare agopuntura fosse effettivamente giustificata dalla capacità (o incapacità) di fare diagnosi, allora non avrebbe senso l’articolo 4 dell’Accordo Stato Regioni che noi contestiamo, secondo cui “ai fini dell’iscrizione agli elenchi istituiti presso gli Ordini professionali provinciali dei medici chirurghi e odontoiatri, il percorso formativo dei professionisti che esercitano l’agopuntura […] deve essere effettuato […] presso soggetti pubblici o privati accreditati alla formazione”.
Sulla scorta delle norme sopra trascritte si evince un quadro a dir poco paradossale ed insensato: i medici possono praticare agopuntura perché possono fare diagnosi, ma allo stesso tempo, in realtà, non possono praticare agopuntura a meno che non seguono un percorso formativo sulle medicine tradizionali cinesi tra cui l’agopuntura stessa.
Allora viene da sé che i medici si trovano nella stessa posizione degli infermieri che, come i primi, non sono in grado di praticare agopuntura se non vengono formati in tal senso.
Ed è più che giusta (concedetemi l’espressione) l’imposizione di un corso formativo, se si tiene conto del dato fondamentale dettato dall’OMS per cui: L’AGOPUNTURA, espressione della medicina tradizionale cinese, NULLA HA A CHE FARE CON LA MEDICINA OCCIDENTALE.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la medicina tradizionale cinese ha infatti una propria identità che differisce in toto dalla medicina occidentale e che prescinde dalla capacità di fare diagnosi.
Ed è proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità a prevedere che gli infermieri che lo desiderino, come i medici, adeguatamente formati sulla medicina tradizionale cinese e sulla agopuntura devono essere ammessi a tale pratica!
Per dovere di precisione ve ne trascrivo lo stralcio: “I professionisti della medicina tradizionale e complementare cinese (tra cui l’agopuntura) possono essere […] e operatori sanitari quali medici, dentisti, infermieri, ostetriche, fisioterapisti e farmacisti che trattano i loro pazienti con la medicina tradizionale e complementare cinese”.
Ebbene l’Italia, con il suo provvedimento, ha incredibilmente voltato le spalle all’OMS vessando i diritti di noi infermieri e mortificato la nostra professionalità!
Nella qualità di Presidente del Nursing Up, su questi pilastri e con la convinzione di interpretare il risentimento di tantissimi colleghi infermieri ho deciso di presentare (prima iniziativa nel suo genere) una serie di azioni multiple e coordinate, al fine di richiamare l’attenzione di quelle Istituzioni Europee che risultano direttamente e/o indirettamente preposte, ai vari livelli e con diverse modalità, alla sorveglianza sulla congruità del comportamento dei singoli Paesi rispetto al Diritto UE.
Ho sottoscritto pertanto le seguenti azioni:
Petizione al Parlamento U.E.;
Denuncia alla Commissione Europea;
Esposto al SOLVIT;
Esposto al punto di contatto nazionale sul riconoscimento professionale Direttiva E.U. 2005/36/C.E.
Come Presidente-infermiere ritengo assolutamente inaccettabile il contenuto dell’Accordo Stato Regioni che contestiamo, ritenendo la disposizione pericolosissima, perché potrebbe aprire la porta a tutta una serie di provvedimenti analoghi, dalla quale discendono impropri effetti protezionistici a favore dei medici e che si conferma ingiustificatamente incurante del nostro elevato livello formativo e della nostra professionalità.
Parliamo di diritti e di interessi degli infermieri che vengono ancora una volta calpestati e lesi assieme a quelli di tutta la collettività sociale italiana.
Sappiamo che stiamo chiedendo all’Europa di sostenerci nello sfondare un muro di interessi di casta che, almeno in Italia, è potente e determinata, ma sappiamo anche di aver ragione nelle nostre richieste.
Chiedo pertanto a tutti gli infermieri di darci il proprio appoggio per iniziative così delicate. Propongo, inoltre, anche agli altri professionisti della salute che si oppongono a tali prevaricazioni e ad ogni altro cittadino italiano che la pensa come noi, di sostenere la nostra petizione, perché stiamo parlando di provvedimenti che, in quanto irrazionali ed illogici favoriscono solo alcune categorie professionali a danno di altre e di tutta la collettività sociale.