La clinica “Città di Pavia” la sospende, le taglia lo stipendio e le manda una lettera: «Concorrerà all’eventuale risarcimento del paziente»
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PAVIA. Una garza lasciata nella pancia della paziente, durante un’operazione. Un errore che ha spinto la donna, una 70enne, a chiedere i danni alla clinica “Città di Pavia” con una lettera presentata tramite gli avvocati (la causa civile deve ancora aprirsi). Ma che ha avuto anche un’altra conseguenza: la struttura, infatti, ha avviato procedimenti disciplinari nei confronti degli infermieri che erano presenti quel giorno, a novembre del 2015, in sala operatoria. Tre, in tutto.
Ma la sanzione più pesante – sospensione dal lavoro senza stipendio per due settimane – è scattata nei confronti di un’infermiera di 56 anni, “colpevole” di non avere contato le garze alla fine dell’intervento. Anzi, di avere delegato il conteggio a un operatore socio sanitario che era presente in sala operatoria. Nessun provvedimento, invece, è stato preso nei confronti del chirurgo che ha eseguito l’operazione.
L’infermiera, che si è rivolta all’avvocato Filippo Zaffarana, ha fatto ricorso e in tribunale si sta discutendo la causa di lavoro, dove si chiede l’annullamento della sanzione disciplinare (e recupero dello stipendio non percepito). C’è anche un’altra possibile conseguenza della vicenda, che la donna e i suoi legali dovranno cercare di scongiurare. La clinica, infatti, ha inviato una lettera all’infermiera anticipandole che le sarà chiesto di concorrere all’eventuale risarcimento del danno.
La vicenda risale a novembre del 2015. Il primo del mese la paziente viene ricoverata perché deve sottoporsi a un intervento chirurgico di asportazione di una neoplasia. L’intervento viene eseguito il giorno successivo. Tutto, all’apparenza, è andato bene, ma nel giro di poche ore si capisce che qualcosa non va. La paziente ha febbre e dolore.
Una lastra all’addome svela la causa: nella pancia c’è una garza e bisogna operare d’urgenza. Scattano, nello stesso tempo, gli accertamenti sulla vicenda. Il 4 novembre viene deciso un incontro nella struttura tra chi ha operato e scattano le sanzioni. La colpa degli infermieri, secondo i responsabili della struttura, è che non sarebbe stato rispettato il protocollo, che prevede la conta delle garze diverse volte e ad alta voce prima di suturare l’incisione.
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