“La mancata inclusione dei soli precari della Asl di Latina non solo violerebbe il principio costituzionale dell’eguaglianza, creando un’ingiusta ed illegittima disparità di trattamento con i precari in possesso di identici requisiti che prestano la loro attività presso le altre Asl del Lazio per cui è stata ammessa la stabilizzazione, ma si porrebbe anche in contrasto con una sentenza della Corte di giustizia europea del 2014, con la quale l’Italia è stata condannata per l’improprio e sistematico ricorso di contratti a tempo determinato da parte di tutta la pubblica amministrazione.
La mancata stabilizzazione del personale medico ed infermieristico inferisce l’ennesimo colpo alla sanità pontina, ormai sull’orlo del collasso. Ogni giorno i quotidiani locali denunciano il sistematico depotenziamento delle strutture, la carenza di personale, la disorganizzazione nei servizi, le restrizioni nelle prestazioni, le strumentazioni inadeguate ed obsolete, la chiusura di reparti e i tagli costanti di tutti i presidi ospedalieri del basso Lazio”.
Con queste parole la senatrice pontina Ivana Simeoni, prima firmataria di un’interrogazione rivolta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin ed al ministro per semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madìa, chiede che venga fatta chiarezza sulla stabilizzazione dei precari nella Asl di Latina che sono rimasti esclusi.
Dal canto suo, torna ad intervenire sulla questione anche l’Ordine dei medici, che oggi ha riunito il Consiglio Direttivo. “All’unanimità – ha fatto sapere il presidente Giovanni Maria Righetti – c’è stata la volontà di tutelare nelle forme più opportune il decoro e a dignità di tutti i medici precari della Asl di Latina, il cui contratto è stato prorogato di anno in anno con l’aspettativa di essere stabilizzati e che ora, seppure in possesso dei requisiti di legge, si trovano improvvisamente senza più alcuna certezza del mantenimento del posto di lavoro.
E’ dunque intenzione dell’Ordine chiedere l’accesso a tutti gli atti della Asl di Latina ed in breve tempo indire un incontro con tutti gli interessati per trattare questa grave problematica alla presenza di esperti giuslavoristi ed amministrativisti, per valutare approfonditamente gli aspetti giuridici della situazione e considerare le opportune azioni. L’opportunità di una eventuale denuncia alla Procura della Repubblica sarà valutata al termine di questo percorso che sarà quanto più rapido possibile”.
Fonte