ho letto con un certo stupore la lettera del 2 febbraio scorso del Segretario Territoriale Nursind Ancona dott. Giuseppino Conti. Con stupore perché, lavorando anch’io in Ancona, seppure in altra azienda sanitaria, conosco la situazione e anche la particolare propensione alla ragionevolezza e al dialogo del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Torrette dott. Michele Caporossi.
Evidentemente la cosa gli è sfuggita di mano ed è stata fatta, in maniera indipendente, da altro Dirigente. Non parlo della Coordinatrice in quanto l’avallo del Dirigente, che dovrebbe avere una visione complessiva delle situazioni lavorative, supera la responsabilità della Coordinatrice stessa.
Qui è evidente la mancanza del buon senso: come si può sanzionare una persona che ha lavorato 14 ore nella giornata, che non ha goduto del riposo previsto dalla normativa per il ristoro delle energie-psicofisiche, e che per di più ti avverte con congruo anticipo che non è in grado di riprendere servizio, in modo da permettere altri efficaci provvedimenti organizzativi? Come si può parlare di “assenza ingiustificata” quando le motivazioni dell’assenza sono esplicitate e ragionevolissime?
Ho avuto sempre più spesso, nella mia esperienza lavorativa e sindacale degli ultimi anni, l’impressione che talora il personale, e in modo particolare infermieri ed OSS, siano considerate delle specie di “bestie da soma”, solo da frustare per ottenere il massimo profitto e che ogni loro esigenza personale sia considerato un capriccio infantile da reprimere.
Sembra che in un recente incontro in Ancona alcuni Dirigenti si complimentassero l’un l’altro per i risparmi sul personale che erano riusciti ad attuare.
Dove sono le politiche per il benessere psicofisico del personale che pure la normativa attuale prevede? Dove sono gli asili nido aziendali tante volte promessi a parole e che dovrebbero alleviare il disagio di giovani coppie magari sole in una città lontana dalle proprie origini? Dove sono le politiche e i provvedimenti a tutela della maternità e della donna degni di un paese veramente civile? Dove sono le politiche per i lavoratori anziani in sanità? Pensano forse taluni Dirigenti che a 60 anni si abbiano le stesse energie che a 25 anni?
L’unica cosa che taluni Dirigenti conoscono sono i doveri, non loro, ma dei loro sottoposti, e ciò che viene veramente attuato sono, non le politiche di supporto, ma i provvedimenti repressivi. Medici e infermieri vivono in un continuo stato di emergenza e di allarme, tra reperibilità, guardie e carenza di personale, che non giova alla loro salute psico-fisica e che produce, in taluni casi, comportamenti opportunistici che sono visti come l’ultima spiaggia per la difesa della propria integrità, anche a costo di rinunciare a una parte della dignità professionale.
Per la vicenda in questione offriamo senza alcun tentennamento la solidarietà dell’ANAAO ASSOMED Marche, che ho l’onore di dirigere, agli amici del Nursind, anche con iniziative sindacali concrete che saranno da concordare.
Ma non basta. È chiaro che molte cose vanno cambiate. Un’alleanza strategica tra i sindacati delle principali professioni della sanità, Medici e Infermieri, molto può fare per cambiare questo stato di cose. Propongo due tematiche principali su cui agire:
1. Politiche a supporto della maternità a cominciare dagli asili nido aziendali (probabilmente siamo l’unica regione in Italia che non ne ha nemmeno uno);
2. Politiche per i lavoratori anziani in sanità: ricordo che si definisce “lavoratore che invecchia” quello sopra i 45 anni, e “lavoratore anziano” quello sopra i 55 anni, per cui andrebbero progressivamente ridotti, o perlomeno consentiti solo su base volontaria, i turni notturni e comunque quelli a più alto impegno psico-fisico.
Spero che tutte le componenti sindacali della Dirigenza Medica e Sanitaria e del Comparto facciano fronte comune per affrontare queste importanti tematiche.
Con i miei più cordiali saluti a Lei e ai Suoi lettori.
Dott. Oriano Mercante
Segretario Regionale Marche ANAAO ASSOMED
Da Quotidiano sanita.it