Depositato il responso del medico legale incaricato dalla Procura di Alessandria per far luce sull’incidente costata una falange a una bimba appena nata
L’ospedale di Alessandria dove a maggio dello scorso anno avvenne l’incidente
Come farà Stella – chiamiamo così la sventurata bambina cui, nel terzo giorno di vita, fu amputata la seconda falange del dito indice della mano destra -, come farà quando dovrà prendere un pastello per colorare un disegno? Come farà quando dovrà impugnare una matita e, poi, una penna per imparare a scrivere «mamma», «papà», o il proprio nome? Gli avvocati Giuseppe Lanzavecchia, Fabiana Rovegno e Vittorio Lanzavecchia, cui Natalia Andrea Garcia e Fabrizio Moreira, abitanti a Sant’Agata Fossili, genitori della piccola Stella si fanno rappresentare, parlano di «perdita di chances e di possibilità di affermazione nella vita». Insomma, a tre giorni dalla nascita, a causa di un traumatico e accidentale colpo di forbice che ha amputato la seconda falange del dito indice della mano destra, la bambina non potrà scegliere liberamente che cosa fare nella vita perché alcune attività le saranno impossibili
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Secondo la dottoressa Yao Chen, medico legale di Pavia incaricata dal pubblico ministero Giovanni Gasparini di accertare «le cause delle lesioni» e di spiegare se siano individuabili «profili di colpa», ha concluso in questo modo: «Si ravvisano imperizia, imprudenza e negligenza nella condotta assistenziale delle persone indagate». Che sono due: l’oss Anna Maria Felisati, difesa da Vittorio Gatti, e l’infermiera Loretta Scotti, tutelata da Piero Monti. Stella nacque a maggio dello scorso anno all’ospedale di Alessandria: al «Nido» si intervenne per sfilare l’ago di una flebo collocato sul dorso della mano destra e tenuto fermo da una fasciatura.
Ora il pm Gasparini dovrà valutare, lette le conclusioni del proprio perito (cui si affiancano anche quelle del consulente di parte Valter Declame, nominato dai difensori delle indagate), quali richieste avanzare rispetto a un’imputazione di lesioni colpose per le quali, al momento, sono indagate sia l’operatrice oss sia l’infermiera che, ovviamente, vivono esse stesse questo dramma con profonda sofferenza.