La protesta del personale sanitario deve sfondare questa mattina l’indifferenza della Direzione Generale. La rabbia e la stanchezza, affiancate dalla Nursind, possono vincere sulle carenze denunciate.
Non si arriva a presentare un esposto all’Ispettorato del Lavoro e alla Procura della Repubblica se non si è toccato il fondo dei diritti calpestati. Se il diritto martoriato, oltre che calpestato di cui si parla in primis, è il diritto alla salute, ci si dovrebbe mettere di traverso per farlo rinascere. E’ diventato catastrofico il caso del reparto di Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “G. Martino” di Messina, dove tra doppi turni, reperibilità, mancati riposi, ferie negate e ricoveri in sovrannumero, il personale infermieristico accusa pesantemente la direzione generale di carenze che avvolgono tutto il plesso. A distanza di quasi un anno (tra un mese il fermento compirebbe un anno), le carenze investono il personale, l’organizzazione e la struttura in un reparto, ad altissima frequenza di interventi. In questo contesto ad elevato grado di responsabilità e delicatezza, la Nursind di Messina torna ad incrociare le braccia questa mattina dalle 9, al NurSind Capital City, davanti al Pronto Soccorso, insieme agli operatori sanitari che corrono il rischio di sbagliare sui bimbi ricoverati. La rabbia e la stanchezza devono sfondare l’indifferenza con la protesta.
“Gli Infermieri non si lamentano per i carichi di lavoro, considerati massacranti – rimarca il Coordinatore aziendale Policlinico NurSind, Massimo Latella -, ma per mettere a repentaglio le condizioni cliniche dei piccoli pazienti”.
La Tin/Tip non è una unità in cui si può fallire più di altre (fermo restando che non dovrebbe essere contemplato un reparto ospedaliero dove sia legittimo fare fiasco). Se l’errore umano è previsto, occorre però rendere i dipendenti e l’ambiente lavorativo efficaci per l’impegno che vanno ad assumere, ottemperando ai limiti di legge sia per la qualità sia il tempo delle cure.
E’ proprio di questi giorni la notizia che un’infermiera dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica all’ospedale di Milazzo si è sentita male per sfinimento dovuto ad una mancata rotazione tra la notte e il giorno in ospedale. La dipendente ha preso all’improvviso le sembianze di una paziente dovendosi rivolgere al Pronto Soccorso del “Fogliani”.
“Accade molto spesso – osserva Latella – che a rimetterci la salute possa essere il personale sanitario costretto ad eccessive prestazioni, concordate con gli stessi medici di turno. Tutto questo giustificato dagli organici che sono ridotti al minimo e che invecchiano”.
Eppure la professionalità e il benessere dei degenti o dell’utenza in genere non dovrebbero essere bersagliati con continui attacchi. Le garanzie di uno Stato democratico si basano sul rispetto di quei famosi diritti, come sancisce la nostra Costituzione. Il referente dell’Azienda Policlinico Latella ha fatto varie comunicazioni, incontri, lettere all’Amministrazione ospedaliera che non hanno dato esiti positivi e si è affidato anche ai suoi uffici legali per dirimere questa intrigata faccenda.
L’interessamento della Procura della Repubblica deve servire sia a fare chiarezza con tanto di indagini sia a schermare questo stato gestionale sotto qualsiasi punto di vista in altri reparti del Policlinico: dal Pronto Soccorso, alle medicine ed alle chirurgie, dove si lavora sotto organico, demansionati e demotivati, con l’ansia di essere denunciati.
Marcella Ruggeri
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