Fare un lavoro che costringa a stare svegli di notte è da tempo ritenuto “pericoloso”: aumenta il rischio di diabete, malattie cardiovascolari, obesità, infarti e anche di tumori. Ora una ricerca pubblicata su Occupational & Environmental Medicine spiega che, almeno per quanto riguarda i tumori, il problema potrebbe dipendere dall’incapacità di aggiustare i danni al Dna che si sviluppano nella normale attività cellulare e che di solito sono man mano corretti dai sistemi di difesa dell’organismo: questi meccanismi saltano con il lavoro a turni perché viene meno un’adeguata sintesi di melatonina, secondo l’ipotesi degli autori.
Poca melatonina
I ricercatori avevano già studiato oltre duecento turnisti, verificando che quando dormivano durante il giorno per recuperare dal turno avevano nelle urine livelli più bassi di un metabolita prodotto durante la riparazione del Dna cellulare, la 8-idrossi-deossiguanosina, rispetto a quando dormivano normalmente di notte: un dato indicativo di una possibile ridotta capacità di riparazione del Dna quando non si è a letto nelle ore deputate al riposo. Per questo nuovo lavoro, Parveen Bhatti del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle ha analizzato più a fondo i cinquanta partecipanti in cui le differenze nella quantità del marcatore erano più evidenti fra sonno notturno e diurno, accorgendosi che anche i livelli di melatonina, l’ormone “del riposo”, erano molto diversi: quando di notte si restava svegli, la quantità di melatonina era molto inferiore rispetto a quella prodotta di norma durante una buona notte di sonno.
«L’igiene del sonno»: come riuscire a riposare in modo corretto (a tutte le età)
«L’igiene del sonno»: come riuscire a riposare in modo corretto (a tutte le età)
«L’igiene del sonno»: come riuscire a riposare in modo corretto (a tutte le età)
«L’igiene del sonno»: come riuscire a riposare in modo corretto (a tutte le età)
Prev Next
Di quanto sonno abbiamo bisogno?
Scarsa riparazione
Inoltre, anche dopo aver tenuto conto di fattori che potrebbero aver influenzato il risultato, come il consumo di alcol o una minor durata del sonno diurno dopo un turno di notte, gli effetti sui livelli del marcatore di riparazione del Dna sono rimasti evidenti: stando ai dati raccolti, quando si dorme di giorno anziché di notte i meccanismi di correzione del Dna sono attivi soltanto per il 20 per cento rispetto quando si riposa con il buio. «Una particolare via cellulare sembra più coinvolta di altre nella riparazione del danno al Dna dovuto ai radicali liberi dell’ossigeno prodotti durante le normali attività cellulari: la melatonina aumenta proprio l’espressione di geni coinvolti in questa via cellulare, per cui il calo dell’ormone potrebbe essere il link fra mancanza di riposo durante la notte e ridotta capacità di riparazione dei danni – spiega Bhatti -. I dati non sono conclusivi o generalizzabili perché i partecipanti erano molto omogenei e non abbiamo raccolto informazioni sulle loro abitudini alimentari e i livelli di antiossidanti in circolo, che potrebbero influenzare i risultati; tuttavia sembra ragionevole supporre che nei turnisti di notte si produca meno melatonina e che questo si associ a una ridotta capacità di riparazione del Dna che può portare all’accumulo di mutazioni. Se tutto ciò fosse confermato, si potrebbe ipotizzare un’integrazione con melatonina nei lavoratori notturni, per scongiurare gli effetti potenzialmente patogeni del fenomeno».
Alfio Stiro
NurseNews.eu
Fonte
Corriere.it