Gli ispettori dell’ufficio del lavoro hanno fatto irruzione in reparto senza passare per il responsabile del personale, primo referente quanto a timbrature e minutaggio dei dipendenti, e hanno intervistato, nel pieno dell’attività, chi era presente quel giorno. Nel verbale fatto pervenire in maggio alla dirigenza dell’Usl Dolomiti si contestano dodici “infrazioni” dovute alla carenza contingente di infermieri. Sono ottomila le presenze in un anno, che si traducono sul lavoro di una trentina di dipendenti che operano ciascuno per 250 giorni, fatti salvi malattie, permessi, part-time. E sono state proprio queste emergenze a far affiorare un sommerso che ormai, con il personale risicato, entra a far parte del vissuto di ogni reparto in ogni luogo.
Ma il fatto di aver richiamato, in regime di emergenza, il lavoratore che avrebbe dovuto godere del riposo, e di aver sforato così sugli orari, rischia di costare caro all’unica persona indicata quale responsabile del lavoro di reparto, la caposala. Nel verbale dell’ispettorato del lavoro si fa riferimento alla circolare 8 del 2015 ma la stessa circolare, si evidenzia nella memoria difensiva della caposala, puntualizza anche le deroghe sia per il periodo di riposo che per la durata del turno di notte. Il contratto degli ospedalieri è fermo al 2010 e, come si evidenzia nelle controdeduzioni dell’interessata, non è intervenuto alcun aggiornamento che modifichi le deroghe. È vero anche che nel mese di maggio, la direzione medica di ospedale ha diramato la circolare a tutte le unità operative di impedire più di due turni notturni consecutivi, perché non sono consentiti dalla normativa. Nel reparto soggetto a indagine da parte dell’ispettorato nessun dipendente avrebbe fatto più di 65 notti all’anno.
In compenso è la caposala in odore di pensione ad aver perso le notti, amareggiata da un fine carriera tanto paradossale. Il direttore generale dell’Usl Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, tiene però a sottolineare che «non è stata irrogata alcuna sanzione. È vero che l’ispettorato del lavoro ha sottolineato alcune criticità, a seguito di sopralluogo e interviste, ma l’azienda ha presentato tutte le controdeduzioni del caso, in una materia che si presta a interpretazioni di norme. La vicenda potrà protrarsi per alcuni mesi perché c’è un’istruttoria in corso e la normativa si muove su temi nuovi. Ma escludo che la nostra dipendente sia obbligata a rispondere in solido nei tempi indicati dal verbale» .
I turni del San Martino nel mirino dell’Ispettorato
14 luglio 2017
Una caposala è accusata di non aver rispettato le normative sui riposi obbligatori Rasi Caldogno: «L’Usl1 ha presentato le controdeduzioni, l’istruttoria è in corso»
Alfio Stiro
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