Gentilissima Redazione,
ho ricevuto, 36 pagine di un documento con le testimonianze di colleghi in esilio in altre regioni. Molti conoscono poco la realtà degli infermieri esiliati.
Leggo con immensa tristezza le lettere dei colleghi. Nel Lazio, benché si parli di sblocco del turnover, di fatto è tutto molto ingessato. Solo chiacchiere durante le campagne elettorali!
Purtroppo, chi dovrebbe decidere, chi potrebbe fare, non si rende conto che stiamo parlando di esseri umani con delle esigenze!
Numerose statistiche documentano che la carenza degli infermieri è un serio problema e globale.
La crisi finanziaria sta ridisegnando i confini del mondo sanitario. Si utilizzano parole ingegnose per scagionarsi dalle responsabilità: “ammodernamento”, “efficienza”, “riorganizzazione…” Un linguaggio che sembra andare in controtendenza con i bisogni di cura dei cittadini. Gli infermieri, inevitabilmente, come i pazienti, sono vittime di questo circolo vizioso!
Gli infermieri sono la categoria più presente nelle strutture sanitarie. Troviamo Infermieri, in direzione generale, come in camera mortuaria, si occupano di tutto, accolgono il paziente. La prima persona che incontra un paziente, entrando ed uscendo da una struttura sanitaria, è l’infermiere!
Gli infermieri, da sempre, sono dalla parte dei cittadini e dei loro bisogni, le lamentele degli infermieri sono dovute alla necessità di divulgare le conseguenze della carenza del personale sanitario.
Gli Infermieri, sono professionisti, che contribuiscono a prevenire, curare e riabilitare le persone con problemi di salute. Molti studi, basati su evidenze scientifiche, dimostrano che i tagli di oggi saranno l’aumento della spesa di domani.
Io chiederei, a chi dovrebbe e non fa nulla, chi pagherà per gli errori?
Le 36 pagine che ho ricevuto, meritano rispetto, rappresentano, le anime di colleghi infermieri in esilio e spono una piccolissima parte. Eredi di Florence Nightingale, che non sono riusciti a trovare lavoro nel Lazio, nonostante le carenze di personale, a causa dello blocco del turnover.
Nonostante le lauree, master e specializzazioni varie, la fatica per ottenerle, sono dovuti emigrare! Una volta l’esperienza acquisita sarebbe stata premiata. Il tempo, in esilio, avrebbe aiutato a maturare punteggio per un trasferimento e/o concorso, il cui fine era poter tornare a casa nei posti dove sono cresciuti.
I nostri colleghi, in esilio, stanno combattendo, noi del Nursing Up Lazio siamo con loro!
Cordialmente
Coordinamento Regionale Nursing Up Lazio
Laura Rita Santoro
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