Succede che in un reparto di neonatologia un bambino di pochi giorni sta per morire. I medici non capiscono cosa abbia causato quella crisi, dato che era fondamentalmente sano fino a poco prima, ma lo capisce un’infermiera che non può prescrivere,ma solo somministrare farmaci, insiste affinché sia somministrata al piccolo una medicina contro l’effetto della morfina. Il bambino si salva per un pelo. Incredibile bravura della professionista, oppure…? Nell’Italia del facile sospetto e della malasanità, a volte un colpo di genio può far credere a un terribile sospetto, ovvero che l’infermiera abbia capito cosa avesse il bambino perché lei stessa aveva dato al neonato della morfina per sedarlo!
Criminale o semplicemente preparata.
La donna, Federica Vecchini, 43 anni e da venti in forze all’ospedale di Verona, si difende strenuamente da queste terribili accuse e dichiara di aver avuto quel “colpo di genio “solo perché è stata in grado di capire i sintomi prima degli altri. Come a dire, la bravura è talmente rara da essere scambiata per un crimine! Certamente la donna ha lavorato sempre bene, è stimata da colleghi, da medici e pazienti, mai una macchia sul suo curriculum e anzi … essendo mamma di tre bambini… un vantaggio che le consente di lavorare tra i neonati con estrema sensibilità. Difficile davvero credere che sia “impazzita” e abbia messo a rischio la vita di un bambino per capriccio. Ma questo, e altro, verrà chiarito dalle indagini interne ed esterne che si stanno svolgendo in questi giorni.
In ogni caso resta uno scandalo
In entrambe le ipotesi c’è da rimanere sconcertati. Se le indagini verificheranno che l’infermiera aveva sedato il bimbo con pesanti dosi di morfina, proprio perché tanto brava, si dovrà capire cosa l’ha portata a fare un errore tanto gigantesco. O altrimenti, se invece fosse del tutto innocente e avesse solo intuito -prima e meglio dei medici- una sintomatologia complessa, sarebbe scandaloso comunque che la bravura di una persona sia bollata come sospetta solo perché, effettivamente, molto rara in un panorama come quello italiano dove ormai l’ignoranza domina in troppi campi, lavorativi e non.
Alfio Stiro
Fonte Stilopolis