Lunghe attese in molti pronto soccorsi italiani,dove i pazienti aspettano per ore e ore prima di essere visitati.
Nell’attesa stanno in posti angusti e senza aria climatizzata, molti stanno in piedi a causa della mancanza di barelle, carrozzine o normalissime sedie e quelle che ci sono sono da rottamare perché vecchie e rotte.
Bagni guasti o sporchi e se funzionanti non c’è sapone o carta igienica.
Non ci sono lenzuola e cuscini.
Mancano le aste reggi flebo e quelle che ci sono vengono incerottate perché rotte.
Il 118 aspetta ore per lasciare alle cure del PS i pazienti che soccorrono.
Medici e Infermieri sotto organico pochi ausiliari e mancanza della figura dell’ OSS stanno portando all’esaurimento psico-fisico i lavoratori e a serio rischio di vita chi ha bisogno di cure immediate.
Questo, inoltre è la causa delle numerose aggressioni fisiche e verbali che ricevono ogni giorno i poveri sanitari in servizio.
Oggi,non si fa’ altro che parlare di questo umiliante disservizio sanitario e queste sono le parole dei cittadini italiani.
ECCO,COSA DICONO NELL’ARTICOLO SOTTOSTANTE DI UN PRONTO SOCCORSO PUGLIESE,CHE POI E’LO SPECCHIO DI MOLTI ALTRI IN ITALIA.
• IL TERZO MONDO E’ QUI!!!
LO SCHIFO DEL PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE PERRINO… EMILIANO VENGA A TRASCORRERE UNA GIORNATA IN SALA D’ATTESA:
Le risorse pubbliche possono essere risparmiate in qualunque modo ed è giusto farlo. Ma risparmiare sulla salute della gente è intollerabile. Lo ha fatto e continua a farlo la Regione Puglia e le Asl (compresa quella di Brindisi) sono impegnate solo a far quadrare i conti. Lo specchio di questa vergogna è il Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi. Un posto dove la vita di ciascuno di noi viene messa in pericolo. Ogni giorno centinaia di persone attendono per ore ed ore che qualcuno si ricordi di loro. E l’attesa avviene in sale dove la privacy non esiste, dove chi ha bisogno di soddisfare i propri bisogni corporali e non può alzarsi dalla barella è costretto a farli in pubblico, dove non c’è la libertà di manifestare il proprio dolore, dove chi ha una semplice ferita si trova a contatto con chi si sospetta abbia un ictus o un infarto. Ed a fronteggiare questo esercito di feriti e di gente che sta male ci sono pochi infermieri ed ancor meno medici che ce la mettono tutta, ma che sono anche loro sull’orlo del collasso. Per una tac richiesta dagli stessi medici del pronto soccorso si aspetta a volte più di dieci ore e non c’è nessuno disposto a darti qualche spiegazione, a farti capire quanto dovrai aspettare. L’aver chiuso o depotenziato altri punti di pronto soccorso in provincia di Brindisi ha fatto convergere quasi tutti nel capoluogo e le conseguenze sono ormai sotto gli occhi di tutti. E, si badi bene, questa non è una situazione che necessita (come è accaduto fino ad oggi) di interventi-tampone da parte dell’Asl. Occorre una soluzione radicale che non può non coinvolgere la Regione Puglia. Il Presidente Michele Emiliano venga a trascorrere una giornata nel pronto soccorso del “Perrino”. E prenda nota anche nella sua veste di magistrato in aspettativa. Probabilmente si renderà conto che all’orizzonte si potrebbe prospettare, a carico della sanità pubblica, il reato di omissione di soccorso.
Fonte: Brindisitime.it
Di: Amato Angelo
Seguici su nursenews.eu