Inevitabile non pensare al rischio di tipo biologico sia per gli operatori che per i degenti; gli ospedali sono il luogo per definizione in cui le forme batteriche vengono introdotte spontaneamente (per curarle) e la capacità di trasmettersi attraverso il vettore umano, congiuntamente alla possibile condizione di riduzione delle difese immunitarie per cause patologiche o terapeutiche, rendono il rischio biologico uno dei più significativi in una struttura ospedaliera.
Il contagio il piu delle volte avviene per: contatto: il microrganismo passa da un paziente infetto o colonizzato ,verso un ospite recettivo (paz debilitato); per contatto cute contro cute: può verificarsi quando il personale vettore svolge delle attività assistenziali che richieda un contatto fisico stretto col malato.
In alcuni casi sottovalutato, in altri sovrastimato, la componente del Rischio Biologico all’interno delle situazioni lavorative non sempre è ben conosciuta, e di conseguenza, correttamente prevenuta.
Prima di approfondire tuttavia le tematiche relative alla corretta prevenzione è utile ricordare che la definizione di agente biologico da art 267 comma a) del D.Lgs 81/08, risulta giustamente onnicomprensiva, classificando come agente biologico “qualsiasi microorganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni”.
All’interno di questa definizione ricadono quindi tuti gli organismi , cellulari o meno (comma b) in grado di riprodursi o di trasferire materiale genetico. Si parla dunque di batteri, virus, funghi, e relative tossine; entità biologiche ubiquitariamente diffuse in qualsiasi ambiente lavorativo e non.
Esistono tuttavia, come ben noto, diversi gradi ti patogenicità e di virulenza, correlati anche a diversi scenari espositivi e vie di trasmissione; la classificazione di pericolosità degli agenti biologici tiene conto di tutte queste caratteristiche, mettendo in cima alla lista dei microorganismi più pericolosi quelli con elevata virulenza (capacità di trasmettersi) associata ad elevata patogenicità (potenzialità di causare malattie una volta in contatto con l’organismo ospite). Risulta quindi evidente come una corretta valutazione del Rischio Biologico debba tenere conto sia della pericolosità intrinseca del microorganismo eventualmente presente che della possibilità che questo venga in qualche modo trasmesso anche ai lavoratori.
Le aziende a rischio biologico sono sostanzialmente di due tipi:
quelle che utilizzano deliberatamente per le proprie attività organismi biologici, per esempio i laboratori di ricerca biotecnologica, le aziende farmaceutiche, le aziende agro alimentari o quelle che lavorano nel campo del trattamento dei rifiuti, e quelle invece che non fanno uso deliberato di agenti biologici ma che potenzialmente potrebbero comunque entrare in contatto con qualcuno di essi (ospedali, aziende zootecniche, alimentari, e tutte quelle attività in generale in cui vi sia contatto interpersonale con un significativo numero di individui).
Non è da trascurare infatti la considerazione che la principale via di trasmissione di un agente biologico è quella indiretta, veicolata cioè da un vettore che trasferisce da un individuo malato o portatore ad uno sano la carica batterica o virale necessaria per dare origine alla malattia; i luoghi pubblici, i supermercati, piuttosto che gli aeroporti o i luoghi con grande affluenza di persone i quali sono sempre da considerarsi potenzialmente a rischio biologico e quindi, da sottoporre ad adeguata prevenzione e sorveglianza.
Per quanto concerne la prevenzione, un aspetto fondamentale è quello dell’attenzione alla formazione del personale potenzialmente esposto, che deve essere messo sempre a conoscenza sia delle potenziali sorgenti di infezioni (dirette o veicolate che siano) che dei possibili rischi da esposizione; una buona profilassi può tenere conto della somministrazione di opportuni vaccini, così come dell’utilizzo di adeguati dispositivi di protezione collettiva e individuale.
Per le aziende a rischio biologico è inoltre obbligatoria la sorveglianza sanitaria che comprenda l’effettuazione di monitoraggi biologici periodici, definiti dal Medico Competente e dal datore di Lavoro, sulla base degli scenari di esposizione specifici, i cui risultati devono essere comunicati al lavoratore esposto.
Altrettanto importante è il rischio chimico, legato alla presenza di sostanze di laboratorio, farmaci, reagenti pericolosi (chemioterapici, stupefacenti, ecc..) che devono essere mantenuti, manipolati e smaltiti correttamente secondo procedure standardizzate, onde evitarne la dispersione accidentale o l’utilizzo improprio.
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