Sarzana -forse è una svolta epocale per la fine del demansionamento Infermieristico e il miglioramento della qualità assistenziale al paziente grazie alle testimonianze dei familiari, sui disservizi assistenziali nelle corsie.
Infatti,il giorno 1 dicembre 2017, in corsia sarà presente un OSS, durante la notte, a garanzia dei pazienti, a supporto degli infermieri.
Questo dovrebbe essere il primo passo della riorganizzazione degli “Oss”, da concentrare nelle U.O in cui c’è bisogno di qualcuno che aiuti chi sta male, che cambi le lenzuola, che risponde ai campanelli,se il malato chiama.
Oggi,la figura dell’OSS è presente solo in sala operatoria, dove il loro ruolo è meno necessario.
Le decisioni, le ha assunte il collegio di direzione della Asl 5, costretto ad attivare una strategia immediata, a seguito dell’ispezione disposta dalla Regione.
Clima molto teso e parecchi problemi da affrontare.
L’incontro fra il direttore generale Andrea Conti ed i vari direttori di Dipartimento non poteva essere sereno: perché serena, la situazione della sanità spezzina non è.
E di seri problemi, gli ispettori genovesi ne hanno fatte emergere parecchie.
Fino a pochi giorni addietro, i panni sporchi si lavavano in famiglia.
E anche la precarietà dell’U.O di Geriatria, pur essendo nota da mesi,veniva tenuta sotto riserbo.
Il commissario regionale Walter Locatelli ha costretto la Asl5 ad affrontare l’emergenza, tirando fuori tutto.
E – soprattutto – ha dettato scadenze rigorose, per sanare le non conformità: ponendo sulla testa della direzione sanitaria la spada di Damocle della sospensione dell’accreditamento.
Il collegio dei dirigenti s’è riunito e si è confrontato su tutti questi gravi problemi.
C’è stato un paziente scappato, seminudo, senza che nessuno lo notasse.
Un’altro caso è quello delle sedazioni massicce che avvengono di notte, come soluzione alle chiamate ripetute di chi sta male.
Il problema che maggiormente ha colpito l’apparato sanitario spezzino è stato sicuramente un’altro: la constatazione della scarsa conoscenza delle procedure da parte del personale.
Fra le misure urgenti, per rimediare, spiccano i corsi di formazione in generale e anche quelli sull’ accoglienza e umanizzazione.
Si dovrà verificare quanto segnalato alla direzione, sulla presenza di “personale non formato, inserito in reparti ad alto rischio”.
Qualcosa non va, ed è qualcosa di grave.
Non si spiega come sia possibile, che durante l’ispezione siano state trovate cartelle cliniche senza timbri, senza firma del medico, senza esami obiettivi.
Non c’è nessun “attacco strumentale” alla sanità spezzina: perché i familiari, i cittadini che segnalano, non hanno nessuna ragione “personale” di farlo.
Esiste però una situazione di disagio, che parte dai lavoratori e si allarga fino a parenti e pazienti.
Infatti è stato il racconto di una parente che stava seduta accanto al nonno, in una notte di ordinaria follia, a far emergere la verità.
Una testimonianza accolta sicuramente con sollievo, da parte di chi nella sanità pubblica lavora con dedizione.
Perché ora che è venuta alla luce la punta dell’iceberg, si potrà solo migliorare.
NurseNews.eu
Di: Amato Angelo