La Commissione Bilancio ha favorito la classe dirigenziale medica, sanitaria e non sanitaria costituita da appena 150 mila dipendenti concedendo 200 milioni di euro e negando ingiustificatamente invece i 20 milioni di euro della RIA ai circa 600 mila infermieri, ostetriche, tecnici sanitari, OSS, amministrativi e tutti gli altri dipendenti non dirigenti del comparto sanità e dirigenti non medici del SSN
21 DIC – Un pugno allo stomaco alle professioni sanitarie e dipendenti del comparto sanità è stato sferrato vigliaccamente dalla Commissione Bilancio della Camera. Non si può che definire così quanto accaduto con l’approvazione in Commissione Bilancio della Camera dell’emendamento che, sottolinea, “concede solo ed esclusivamente alla dirigenza medica e sanitaria del SSN un aumento contrattuale oltre 200 milioni con il ripristino della RIA (Retribuzione Individuale di anzianità).
Una preferenza abominevole da parte di coloro che predicano bene e razzolano male. Mentre il Ministro Madia ed il Governo emanano direttive all’ARAN di considerare le retribuzioni stipendiali inferiori rispetto alle altre, la Commissione Bilancio favorisce la classe dirigenziale medica, sanitaria e non sanitaria costituita da appena 150 mila dipendenti concedendo 200 milioni di euro, negando ingiustificatamente invece i 20 milioni di euro della RIA ai circa 600 mila infermieri, ostetriche, tecnici sanitari, OSS, amministrativi e tutti gli altri dipendenti non dirigenti del comparto sanità e dirigenti non medici del SSN.
Si tratta di un atto provocatorio e vergognoso. La FIALS aveva inviato già precedentemente e per tempo ai capi gruppi politici della Camera gli emendamenti per la RIA e lo sblocco dei fondi contrattuali accessori dal 2018 in deroga all’art. 23, c. 2 del d.lvo 75 del 2017 legge Madia.
Ma la risposta della Commissione Bilancio e dei partiti di cui sono espressione i suoi componenti, non fa che alimentare la cultura dello scontro sociale e dello sciopero generale per ottenere i giusti diritti.
Una sfida che la FIALS accetta, ben consapevole, e deve essere un monito per tutta la classe politica e per il Governo, denuncia il Segretario Generale della FIALS, che devono sapere che lo sciopero generale nella sanità provoca solo un danno certo e reale ai milioni di pazienti, a coloro che aprono quotidianamente le braccia ai professionisti della sanità, infermieri, ecc. per una speranza di vita.
Se lo sciopero dei medici, supportato dalla lobby parlamentare della categoria che siede in parlamento ha avuto l’effetto preponderante di un aumento di 200 milioni di euro, se pur solo dal 2019 sui fondi accessori, allora che sciopero nel comparto sanità sia e su questo un invito pressante rivolgo a CGIL, CISL e Uil categoria della Sanità per far fronte comune e pretendere i giusti diritti economici per le altre professioni sanitarie e tutti i dipendenti del comparto sanità coinvolgendo anche nelle manifestazioni le Federazioni Nazionali degli Infermieri, dei Tecnici di Radiologia, delle Ostetriche ed altre professioni sanitarie.
Ormai i deputati sono arrivati al capolinea della stazione vadano tutti a casa e sappiano bene, in queste festività natalizie, che i circa 600 mila dipendenti del comparto sanità e dirigenti non medici del SSN, si ricorderanno benissimo dei pugni ricevuti allo stomaco nelle prossime ed imminenti elezioni politiche.
E sfida sarà anche nelle trattative del rinnovo contrattuale in atto all’ARAN. Nessuna apertura a deroghe inumane sull’orario di lavoro, alla riduzione dei diritti attuali sanciti dalla comunità europea e dalla costituzione ed agli incarichi funzionali a tempo.
I 20 milioni della RIA li mettano subito allora le Regioni sui fondi accessori del comparto sanità ma dal 2018, senza dei quali non vi sarà alcuna firma sul contratto ma solo scioperi tali da piegare tutta la sanità italiana con colpe non certo sui dipendenti del comparto ma dell’intera classe politica che favorisce sempre i più forti a danno dei deboli.
Giuseppe Carbone
Segretario generale Fials
Da Quotidiano sanita