“..Al fine di valorizzare il servizio e la presenza presso le strutture del servizio sanitario nazionale del personale della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria e di attenuare gli effetti finanziari correlati alle disposizioni di cui all’art. 23, comma 2, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, con riferimento alla retribuzione individuale di anzianità. Il livello di finanziamento del fabbisogno sanitario standard cui concorre lo Stato è incrementato di 30 mln di euro nel 2019, 35 mln nel 2020, 40 mln nel 2021, 43 mln nel 2022, 55 mln nel 2023, 68 mln nel 2024, 80 mln nel 2025 e 86 mln a decorrere dal 2026. Queste risorse saranno destinate a incrementare il Fondo per il trattamento economico accessorio della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria…”
I vincoli di spesa definiti per i contratti del pubblico impiego stabiliti dal decreto legislativo 25 maggio 2017, n.75 e attualizzati dall’ARAN nelle definizioni dei rinnovi contrattuali per il pubblico impiego valgono per tutti i comparti del pubblico impiego e per tutte le categorie professionali, tranne che per la Dirigenza Medica sanitaria e veterinaria del comparto sanità (vedi sopra).
La Legge Finanziaria 2018, appena approvata, contrariamente alle previsioni e vincoli di spesa per il rinnovo di tutti i contratti del pubblico impiego, grazie ad un emendamento presentato in commissione Bilancio e Tesoro della Camera della salute Federico Gelli, finanzia e ripristinata la retribuzione individuale di anzianità (RIA) esclusivamente per la classe medica.
Di seguito si riporta la proposta di modifica n. 41.65 al testo del DDL per riferimento all’articolo n. 41 del ddl di Bilancio presentato il 18 dicembre c.a. in V Commissione Bilancio e Tesoro della Camera da Federico Gelli e altri 27 cofirmatari, del PD, affiancati dai parlamentari 5 Stelle, della Lega e da un Medico (Rocco Palese, di Forza Italia), a mio avviso, in evidente conflitto d’interessi:
Dopo la firma del Contratto per gli statali, attuato in cogenza attuativa dei vincoli di spesa determinati dal MEF con il decreto legislativo su indicato, ora tocca al comparto della sanità.
Le previsioni economiche che le bozze contrattuali evidenziano per la professione infermieristica sono “ disastrose e mortificanti”.
Infatti, l’aumento retributivo si conforma e allinea alle direttive del MEF con la previsione che le “vituperate e decantate” competenze specialistiche e competenze avanzate, lasciate al palo con il precedente contratto, sono trascritte nel testo a titolo di “souvenir” senza finanziamenti adeguati.
Il giubilo che i parlamentari di ogni dove, hanno manifestato, a beneficio della professione infermieristica per la “conquista” del rango di professione regolata attraverso un’“ORDINE” professionale, suona “beffardo e irriverente” per tutti gli Infermieri Italiani discriminati e lasciati al palo nel dovuto riconoscimento economico atteso da un decennio di blocchi contrattuali.
Agli Infermieri Italiani e tutti le professioni sanitarie non resta che prendere atto, caro Gelli di non essere, diversamente dai Medici, attori e protagonisti del rilancio e valorizzazione del Servizio Sanitario Nazionale.
In Primavera gli infermieri Italiani ringrazieranno. A buon intenditore, poche parole!
Saverio Andreula, presidente ordine Infermieri e Infermieri pediatrici di Bari