Milano – Proprio oggi che entra in vigore la nuova legge n. 3 sull’ordinistica, anche l’Ordine delle Professioni infermieristiche di Milano-Lodi-Monza e Brianza sostiene lo sciopero nazionale degli infermieri che si terrà il prossimo 23 febbraio. «Rinnovare il contratto e stanziare nuove risorse per il Ssn – commenta il presidente Giovanni Muttillo – per le reiterate condizioni di lavoro tra le peggiori degli ultimi 10 anni, in reparti, o interi ospedali, pubblici e privati messi in ginocchio da tagli di personale: sono queste le priorità.
Peraltro in molte strutture, registriamo il paradosso della cronica carenza di personale, che non permette neanche di esercitare il diritto di scioperare in quanto gli organici sono già ridotti ai livelli minimi. Quindi il clima è teso anche perché da una parte vi è la consapevolezza della legge sulla responsabilità sanitaria, la nuova legge ordinistica, dall’altra, in fondo, gli infermieri sono da anni inascoltati, con percorsi universitari non riconosciuti, deprofessionalizzati, spesso non riconosciuti nel privato come professionisti ma solo come forza lavoro, precari ricattati da retribuzioni non degne di un esercente una professione sanitaria. Pertanto lo sciopero non è una ritorsione, ma un appello corale, storico, di chi vuole far sentire la propria voce forte e chiara per evidenziare tutte le promesse disattese».
L’Ordine di Milano accoglie tutte le iniziative, di politica professionale e sindacale, a partire dai presidi dello scorso 5 febbraio per chiedere certezze sulle risorse economiche necessarie e il sostegno, a salvaguardia della dignità professionale, con la partecipazione attiva per il riconoscimento del ruolo degli infermieri.
Vogliamo invitare tutti i nostri colleghi professionisti – commenta il presidente Giovanni Muttillo – ad aderire a questo sciopero perché riteniamo che l’attuale proposta contrattuale sia irricevibile e non si possa sottoscrivere. Non ci riferiamo solo al riconoscimento economico, che è comunque imprescindibile – non è possibile pensare a un rinnovo a costo zero dopo oltre 8 anni di vacanza contrattuale. Il focus va in particolare in direzione di politiche del personale che frenino il demansionamento strisciante, oggi una realtà molto diffusa in numerosissimi contesti, con un sostegno evidente alla legittimazione, del ruolo, dell’autonomia, delle responsabilità e delle competenze, che purtroppo oggi trova riscontro solo in poche realtà virtuose».
«Per questo come Consiglio Direttivo – aggiunge Muttillo – abbiamo deciso non solo di sostenere l’iniziativa, ma di aderirvi in quanto riteniamo che sia nostro dovere e responsabilità orientare le politiche a sostegno della professione. La trasformazione dei Collegi in Ordini professionali è un segno tangibile del grande salto culturale che la professione ha fatto. A questo punto occorre che il sistema tutto si adegui a tale cambiamento. Anche una riflessione sull’effettivo fabbisogno formativo e sui curricula nelle università rappresenta un aspetto essenziale se si vuole dare una risposta concreta ai bisogni di salute dei nostri assistiti».
«Quindi – conclude Muttillo – invitiamo tutti i colleghi infermieri ad aderire allo sciopero del 23 febbraio, perché crediamo nel sevizio pubblico e vogliamo essere messi nelle condizioni di esercitare la professione a pieno titolo, difendere la professionalità a tutela della salute delle persone che quotidianamente curiamo e assistiamo».
Ufficio Stampa e Relazioni Esterne
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