Contratto comparto. Nursing Up: “Convocazione all’Aran il 22 febbraio. Il solo aumento non è sufficiente, Governo non si illuda”
immagine16 febbraio – “Se il Governo pensa di chiudere il contratto mettendo sul piatto un aumento che doveva essere il punto di partenza della discussione, si sbaglia di grosso. E’ in ballo la dignità dei lavoratori che esigono un trattamento civile e rispettoso delle loro alte qualifiche e delle direttive europee”. Così il presidente del sindacato degli infermieri, Antonio De Palma, commenta la delibera da parte delle Regioni dell’atto d’indirizzo e la convocazione da parte dell’Aran.
È fissata per il giorno 22 febbraio 2018 alle ore 10, presso la sede dell’Aran, una riunione per la prosecuzione delle trattative per il rinnovo contrattuale del comparto Sanità triennio 2016-2018. Lo comunica il sindacato degli infermieri Nursing Up.
“Questa convocazione arriva puntuale proprio per il giorno prima dello sciopero nazionale – dichiara il presidente Nursing Up Antonio De Palma – che abbiamo proclamato il 23 febbraio e nel pieno della mobilitazione che vede l’adesione massiccia della categoria che aspetta da 10 anni non solo un contratto, ma anche modifiche sostanziali delle condizioni di lavoro disagiate e penalizzanti”.
Nella giornata di ieri è stato deliberato dalle Regioni l’atto d’indirizzo per finanziare il 2018 con l’aumento delle risorse a disposizione della contrattazione e oggi l’Aran convoca i sindacati. “Se il Governo pensa di chiudere il contratto – conclude De Palma – mettendo sul piatto un aumento che doveva essere il punto di partenza della discussione, si sbaglia di grosso: è in ballo la dignità dei lavoratori che esigono un trattamento civile e rispettoso delle loro alte qualifiche e delle direttive europee”.
“Sa tanto di proclama pre elettorale questo atto di indirizzo – prosegue – un provvedimento che è ben lungi da quello di cui hanno bisogno gli infermieri, per i quali non cambia nulla, anzi: siamo ancora più arrabbiati perché sino ad oggi abbiamo ottenuto riunioni e riunioni in Aran senza che nemmeno vi fossero le risorse sufficienti per garantire quanto promesso”.
Nursing Up chiede a Governo e Regioni:
1. provvedimenti strutturali volti al riconoscimento concreto del loro ruolo, del loro elevato profilo formativo e delle responsabilità loro affidate: è necessario finanziare, come già avvenuto per i medici, la RIA del comparto e portare i professionisti sanitari dalla categoria D, dove si trovano, alla categoria DS;
2. direttive e risorse finalizzate ad una revisione completa del sistema delle indennità, ivi compreso il finanziamento dell’ex indennità infermieristica di cui all’articolo 40 del Ccnl 1999. Non è più accettabile, ad esempio, che a un operatore che svolge un turno di lavoro notturno spetti una indennità di poco più di 2 euro all’ora tra le ore 22 le ore 6 del mattino;
3. direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, per i quali deve essere operata una riduzione del debito orario settimanale (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici;
4. direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento, sia economico che giuridico, per la valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati, ivi compresi gli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento;
5. direttive finalizzate alla detassazione del salario di produttività, come per il privato, ed a dare soluzione al demansionamento della categoria, derivante dal blocco del turnover e dalle mancate sostituzioni del personale a vario titolo assente;
6. direttive con le quali venga revocato il mandato già conferito all’Aran, di mettere in discussione le deroghe al riposo minimo continuativo di 11 ore ogni 24 previsto dai regolamenti UE. Gli infermieri ne uscirebbero massacrati e potrebbe essere messa a repentaglio, in talune occasioni, l’assistenza resa al cittadino.
7. il diritto di svolgere attività libero professionale, anche con modalità analoghe a quelle già previste per il personale medico.
“Con il nuovo atto d’indirizzo è forse stata data risposta a tutto questo? A noi infermieri non sembra- conclude il presidente Nursing Up – quindi non vediamo ragioni per tornare sui nostri passi e revocare le forme di protesta già in corso”.
FonteInfermieri Quotidiano sanita