Capita spesso di sentir parlare di sindrome del cuore spezzato ma in realtà sono in pochi a sapere che potrebbe essere considerato come una specie di infarto simulato.
Molte sono le persone che a causa di forti stress ne sono colpiti, soprattutto i sanitari che oltre a lavorare in continuo stress psicofisico e non riescono ad accettare assolutamente le condizioni di malasanità che purtroppo sono costretti a vivere giornalmente a causa del proprio lavoro .
Immaginate lo stesso sanitario che poi vive queste forti emozioni stressogene come parente della madre a cui vengono prestate cure in ritardo e con errori gravi e fatali.
E’ quindi possibile affermare che lo stress, le emozioni e soprattutto i forti dispiaceri possono far male alle persone quasi come un infarto ed infatti i sintomi sono gli stessi di un’arteria ostruita, sintomi questi che portano molta gente a recarsi al pronto soccorso
con dispnea e dolore toracico
che fanno pensare appunto ad un infarto.
In un primo momento quindi i medici, pensano di intervenire in maniera immediata sottoponendo i pazienti ai dovuti esami e allo stesso tempo somministrando i farmaci utilizzati per combattere l’infarto,che però non funzionano e che uniti al risultato della coronarografia dimostra che in realtà il sangue scorre senza problemi portano i medici a scoprire che il soggetto in questione era stato appena colpito da un forte dolore o comunque da un’emozione molto forte che ha causato questo malore i cui sintomi corrispondono a quello dell’infarto.
Stiamo parlando di un vero PS con dei veri professionisti, non uno a caso dove il cardiologo consiglia la curva enzimatica e il medico di pronto soccorso ti dimette senza fare gli altri due prelievi a distanza di 4 ore degli enzimi cardiospecifici e troponina.
La sindrome che in giapponese si chiama tako-tsubo viene chiamata anche cardiomiopatia da stress, oppure sindrome del cuore infranto.
È una entità clinica caratterizzata da una disfunzione del ventricolo sinistro quasi sempre transitoria.
La sindrome fu descritta per la prima volta in Giappone nel 1991.
Caratteristica di questa forma è la transitoria modificazione balloniforme dell’apice ventricolare sinistro, verosimilmente dovuta a stimoli di origine neurogena, originati da prolungati stress fisici o emotivi.
Questa deformazione, visibile con le tecniche di imaging come l’ecocardiografia o la risonanza magnetica, fa assumere al ventricolo sinistro la forma di un cestello.
Le tecniche di diagnostica per immagini permettono anche di individuare in questi pazienti un’ipoperfusione subepicardica.
La sopravvivenza a un attacco di sindrome tako-tsubo è solitamente alta (96% dei pazienti), più bassa dove ci siano problemi cardiaci pregressi, aggravati dallo stress e da questa sindrome.
Complicanze ed esiti pericolosi della sindrome sono arresto cardiaco, insufficienza cardiaca, aritmia cardiaca ventricolare letale e rottura del miocardio con infarto cardiaco acuto.
La sindrome tako-tsubo è un evento abbastanza raro , molti sanitari non né sono a conoscenza.
Le cause di questa sindrome non sono ancora chiare.
È stato ipotizzato il ruolo del calo di estrogeni e un conseguente danno endoteliale; è stata studiata l’importanza della disfunzione del microcircolo mediata dalle catecolamine del sistema simpatico ed è stata evidenziata la presenza, nell’anamnesi di molti dei soggetti colpiti, di un prolungato stress emotivo.
Si ipotizza pertanto che l’iperattività del simpatico contribuisca a una disfunzione microvascolare che predispone a una minore riserva perfusoria in caso di stress.
Il motivo per cui la disfunzione miocardica si localizza all’apice del ventricolo sinistro potrebbe spiegarsi con la maggior presenza di recettori adrenergici in questa zona rispetto alla base.
La sindrome si manifesta con un tipico dolore anginoso, spesso prolungato, che può insorgere durante uno sforzo o, nel 40% dei casi, anche a riposo. L’elettrocardiogramma mostra un sopraslivellamento del tratto ST in numerose derivazioni, mentre la coronarografia non evidenzia stenosi significative. Gli esami di laboratorio rivelano un’alterazione degli indici di necrosi miocardica, ma i valori non raggiungono mai livelli molto elevati.
Quello che fa sospettare la sindrome è la discrepanza tra il grado severo di disfunzione del ventricolo sinistro e i modesti livelli sierici degli enzimi.
In alcuni casi si possono documentare rallentamenti del flusso coronarico a livello epicardico.
La scintigrafia miocardica con 99mTc può mostrare una diminuita captazione del radionuclide a livello del ventricolo sinistro.
La diagnosi di sindrome tako-tsubo viene fatta solo dopo aver escluso ogni altra causa di dolore toracico come:
infarto miocardico acuto
miocardite
pericardite
dissezione aortica
miocardiopatia secondaria a emorragia subaracnoidea
attacco di panico
angina pectoris.
Il trattamento consiste nel riposo e nella terapia di supporto, che deve basarsi sulla somministrazione di beta-bloccanti, ACE-inibitori, acido acetilsalicilico e diuretici.
Il recupero è spontaneo e la normale funzione miocardica si ripristina nel giro di poche settimane.
Un’attenzione particolare deve essere posta nel rassicurare il paziente sulla prognosi sostanzialmente benigna della sindrome.
Le alterazioni della morfologia del ventricolo non si accompagnano a occlusioni coronariche, per cui la prognosi è in genere favorevole, tranne in pazienti con problemi cardiaci già esistenti o indeboliti.
Amato Angelo
Fonte wikipedia
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