“Con salute dei cittadini non si deve giocare: per la salute dei cittadini servono, una volta per tutte, misure urgenti e stabili affinché una degna assistenza possa essere garantita. Lo diciamo sempre e lo ribadiamo sopratutto in questo periodo quando sono ancora più evidenti le carenze che presentano i nosocomi etnei con particolare riferimento ai Pronto Soccorso”.
A lanciare il grido d’allarme è Stefano Passarello, segretario provinciale della Uil Fpl che spiega: “A Catania tra qualche mese, quando l’ospedale San Marco verrà consegnato alla città, chiuderà il Pronto soccorso del Vittorio Emanuele: questo comporterà quindi il dimezzamento della medicina d’emergenza nel centro cittadino.
Il Pronto soccorso del Policlinico, intanto, rimane una chimera – nonostante le tante promesse fatte sulla imminente apertura che però – e non ne capiamo il motivo – non avviene. E non va meglio alle altre strutture sanitarie, in città e provincia, che evidenziano in queste settimane estive preoccupanti lacune di organico, non coperte dalla Regione malgrado le denunce che la Uil e la sua organizzazione di categoria, la Uil Fpl, lanciano da tempo”.
Con queste carenze, dunque, sono messi a rischio i servizi minimi essenziali: “per ogni struttura di prima emergenza servirebbero almeno 2/3 medici in più, altrettanti infermieri da aggiungere a quelli che già vi sono; inoltre – aggiunge Passarello – occorre riorganizzare meglio i nostri pronto soccorso perché i pazienti che arrivano devono essere subito indirizzati ai reparti di riferimento, senza le estenuanti attese che, purtroppo, esasperano gli animi con le tristi conseguenze di violenze inaudite e inaccettabili alle quali assistiamo ormai troppo spesso: creando un filtro adeguato – aggiunge il segretario provinciale della UIL FPL – diminuirebbero anche le difficoltà di gestione.
Al contempo, però, le unità operative devono essere rafforzate: anche in queste manca personale medico e infermieristico e chi lavora, pur di garantire efficienza e assistenza, è costretto a lavorare molte ore in più. Con la conseguenza di turni estenuanti che non permettono, dopo molte ore di lavoro, di avere la totale lucidità, anche nella fase post operatoria, quando un paziente ha bisogno di maggiori attenzioni. Mi riferisco all’urologia, alla cardiochirurgia, alla cardiologia, alla rianimazione, a medicina e chirurgia d’urgenza. E potrei citare anche molti altri esempi”.
Stefano Passarello, dunque, fa notare con dispiacere che malgrado le proteste e le proposte, “il sistema è in preoccupante difficoltà e risulta persino improbabile assicurare nelle corsie ospedaliere regolari turni di servizio in presenza di ferie e assenze per malattia”.
“Se potenziamo i pronto soccorso e i reparti, fornendo il giusto supporto agli utenti, e se si riorganizza davvero la spesa sanitaria e se si applicano i risparmi per coprire le emergenze e, infine, se si da piena autonomia ai direttori generali, possiamo davvero migliorare la sanità regionale ed evitare soprattutto i continui viaggi della speranza a cui si devono sottoporre i cittadini catanesi e siciliani”, conclude Stefano Passarello.
Fonte l”urlo