FNOPI: “BASTA CON GLI INSULTI SUI SOCIAL!” MA DA QUEL MOMENTO IN POI… È PARTITA UNA BAGARRE SENZA PRECEDENTI.
Sono passate solo poche settimane dallo ‘storico’ appello da parte di chi governa la professione infermieristica: stop alle “condotte inopportune” dei professionisti infermieri negli spazi pubblici, con particolare riferimento ai social network, vere e proprie fogne professionali a cielo aperto. Basta! Stop! Fine! Pena un provvedimento disciplinare da parte dell’Ordine.
Com’è andata a finire? I professionisti intellettuali infermieri, in preda al terrore di una eventuale e terribile punizione, saranno riusciti finalmente a darsi un contegno?
Macché… Gli insulti e il fango sulla professione infermieristica sono continuati indisturbati. Anzi, giusto per sottolineare il peso, la forza e la credibilità che la FNOPI ha oggi nelle menti infermieristiche, i toni si sono addirittura inaspriti, senza alcun ritegno. Tutto è partito dall’uscita infelicissima della dott.ssa Sasso, che ha dato dei “deficienti” a coloro i quali si battono contro il demansionamento. Ha prontamente risposto L’AADI, che ha dato dei “testa di c….” a quanti disconoscono il demansionamento. Poi è arrivata la questione “scopa”, con la dott.ssa Soffriti che, tanto per imprimere ancora meglio nelle teste dei cittadini e degli addetti ai lavori la credibilità della professione infermieristica, si è espressa affermando che passare la scopa in giro per il reparto non si configura come demansionamento. Ovviamente, in seguito a tutto questo, gli insulti tra professionisti e le castronerie (lesive per il decoro professionale) nei commenti social si sono moltiplicati, nel silenzio pressoché totale da parte di Ordini e Federazione. Sara mica il caso di intervenire? Di dare un segnale? Non dico forte, ma… Almeno coerente? Perché sembra proprio che gli infermieri, partendo dai luminari che li rappresentano, proprio non riescano a perdere l’occasione di ridicolizzare sé stessi e l’infermieristica di fronte alle altre professioni (quelle vere) e ai cittadini. Mantenendo così impalpabile e lontano anni luce il miraggio di un qualsivoglia riconoscimento economico/sociale.
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