Nel caso di Martina Ciontoli, sottoposta a procedimento penale insieme ai propri genitori e al fratello per l’omicidio dell’allora fidanzato, a cui non avrebbe prestato soccorso, l’OPI Roma sta seguendo l’iter di legge e, solamente in base alle risultanze giudiziarie definitive, agirà di conseguenza.
Questo, tenendo presente che, al tempo in cui furono commessi i fatti, Martina Ciontoli era studentessa in infermieristica, non iscritta, pertanto, all’Ordine degli Infermieri, e che i capi di accusa non sono stati ancora confermati con sentenza definitiva passata in giudicato. Solamente in caso di condanna definitiva sarà possibile per l’OPI di Roma esaminare i fatti e prendere in considerazione le sanzioni, anche accessorie, che verranno adottate dall’autorità giudiziaria.
L’OPI Roma non può certo agire in base ai processi mediatici che si stanno conducendo sui social e che sarebbe il caso di interrompere immediatamente perché non hanno alcun fondamento, né nella legge, né nell’etica professionale; anzi, a ben vedere, hanno come unica finalità quella di istigare altri colleghi infermieri a mettere alla gogna una persona che, fino alla conclusione del giudizio penale con sentenza definitiva, non può essere legalmente perseguita.Questi atteggiamenti, se possono trovare una giustificazione come reazione emotiva a fatti raccontati dalla cronaca, ma non ancora definitivamente accertati dalla Magistratura, sono negativi e deteriori perché minano dall’interno la nostra professione e OPI Roma invita tutti a rientrare nei confini della normalità, rispettando, in primis, i diritti costituzionalmente garantiti a tutti i cittadini, nonché le norme di legge e deontologiche.
Garantiamo – appare ovvio doverlo ribadire – che, all’esito del giudizio penale e in considerazione delle sanzioni, anche accessorie, che saranno applicate dalla Magistratura, l’Ordine esaminerà la vicenda adottando i provvedimenti che riterrà opportuni sulla base delle norme regolamentari e deontologiche.
OPI Roma