Cinque arresti per corruzione, coinvolti i vertici dell’ENPAPI, Ente previdenziale degli infermieri
I militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria stanno procedendo, parallelamente, al sequestro di somme di denaro, beni mobili e immobili per un importo di circa 350 mila euro, pari all’importo dei fatti corruttivi finora accertati.
Cinque arresti per corruzione, coinvolti i vertici dell’ENPAPI, Ente previdenziale degli infermieri professionali
Nella mattinata odierna, militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno eseguito 5 provvedimenti di custodia cautelare in carcere emessi dal G.I.P. del Tribunale capitolino, su richiesta della competente Procura, per reati di corruzione.
La misura è stata eseguita nei confronti del presidente e del direttore generale dell’EN PAPI (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica), nonché nei confronti di un imprenditore, un avvocato e un commercialista.
Le contestazioni riguardano plurime tangenti corrisposte ai suddetti vertici ENPAPI dal predetto imprenditore e dai citati professionisti, che hanno così ripagato i notevoli vantaggi economici goduti grazie all’Ente, sotto forma di numerosi incarichi consulenza conferiti loro dalle società di gestione dei fondi ove ha investito l’Ente previdenziale, i quali hanno fruttato compensi professionali per circa 50 milioni di euro dal 2012.
Le indagini traggono origine da un’articolata analisi finanziaria antiriciclaggio, svolta “a monte” dall’Unità di Informazione Finanziaria e sviluppata sul piano investigativo dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria, il quale ha curato – su delega dell’Autorità Giudiziaria romana – tutti gli occorrenti atti di indagine finalizzati all’acquisizione delle fonti di prova.
Unitamente agli arresti, sono in corso, su tutto il territorio nazionale, anche una serie di perquisizioni presso studi professionali e aziende interessati dalla vicenda.
I militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria stanno procedendo, parallelamente, al sequestro di somme di denaro, beni mobili e immobili per un importo di circa 350 mila euro, pari all’importo dei fatti corruttivi finora accertati.