Livorno, il servizio quotidiano è partito al liceo Cecioni ed è una novità in Toscana: «Progetto pilota: coinvolge oltre 2mila persone»
Un attacco di panico. Oppure di ansia. O una contusione, uno svenimento, un abbassamento di pressione: da quasi un mese a questa parte agli studenti (e non solo) ci pensa lei, Martina Cavazzuti. Ventinove anni, infermiera , tutte le mattina dalle 9 alle 13 è in quell’”ambulatorio” ricavato al pian terreno del “villaggio scolastico Cecioni” per prendersi cura delle oltre 2mila persone, tra alunni, docenti, personale e addetti che gravitano intorno al liceo di via Galilei e al geometri Buontalenti.
Progetto Infermiera in classe:
UNA NOVITA’ IN TOSCANA. Il servizio sperimentale è una novità assoluta in Toscana come riporta Di il tirreno.Gelocal è partito lo scorso 17 aprile. «È un progetto sperimentale territoriale di grande innovazione e sensibilità, l’attenzione verso le scuole deve essere massima: abbiamo raccolto la richiesta del dirigente scolastico presentando il progetto insieme al polo salute della Svs e con l’impegno del direttore Francesco Cantini», a spiegare come è nato il Presidio infermieristico comparto scuole è la presidente di Svs, Marida Bolognesi. Mentre la numero uno della Pubblica Assistenza parla, in meno di dieci minuti sono due le studentesse che chiedono l’intervento dell’infermiera.
RIDOTTE LE CHIAMATE AL 118. «Posso dire – commenta il dirigente Giuseppe De Puri – che almeno due, tre volte a settimana, prima del presidio, chiamavamo il 118 per malesseri vari che si presentavano a scuola». Su questo aspetto fanno una riflessione Andrea Fabbro e Alessio Cortopassi rispettivamente responsabile amministrativo e responsabile Polo Salute della Svs. «Oltre all’utilità, all’aver creato un punto di riferimento, si sono ridotte le chiamate al 118: si tratta di un risparmio e un modo per selezionare gli interventi».
PRIMO SOCCORSO E SUPPORTO PSICOLOGICO. Come è cambiata la situazione lo racconta l’infermiera. Arriva dopo aver appena finito di gestire un attacco di ansia di una. «Dal 17 aprile ad oggi ho svolto 66 servizi e solo in due casi ho ravvisato la necessità di chiamare il 118», premette. Quando viene chiamata porta sempre con sé lo zaino di primo soccorso Svs e il defibrillatore. «Li porto sempre perché non sai mai cosa ti può capitare davanti». I casi più frequenti sono quelli relativi alla traumatologia (soprattutto durante le ore di ginnastica), alla somministrazione di farmaci particolari su prescrizione medica, giramenti di testa, attacchi di panico, di ansia. «Il mio non è solo un primo soccorso – continua lei, faccia sorridente e modi che accorciano le distanze con gli studenti – ma il supporto psicologico è parte integrante. I ragazzi vengono da me appena si sentono male, spesso in casi di attacchi di ansia, stanno qua, si calmano e tornano in classe». Il rapporto tra l’infermiera e i genitori dei ragazzi che si rivolgono a lei è immediato.
FORMEREMO ANCHE DEL PERSONALE. De Puri guarda avanti: «Ci piacerebbe in futuro organizzare internamente alla scuola un’attività di formazione per creare anche a scuola personale con competenze: si tratta di un elemento che può dare ulteriore sicurezza alla scuola». Bolognesi annuisce. «Sarebbe bello estendere questo servizio a tutte le scuole e rendere la città un modello pilota», chiude.