La classificazione dei lavoratori in Italia, nell’ambito del diritto del lavoro italiano, indica la classificazione dei lavoratori dipendenti.
Esistono 4 categorie legali: i dirigenti, i quadri, gli impiegati e gli operai.
I quadri
I quadri hanno avuto riconoscimento formale soltanto con la legge 13 maggio 1985, n. 190.
L’Infermiere rientra come categoria legale a nostro avviso tra i quadri.
l’art. 2 della legge n. 190/1985 definisce i quadri come lavoratori che svolgono attività di notevole importanza per lo sviluppo e l’attuazione degli obiettivi dell’impresa trai quali la responsabilità gestionale autonoma dell’insieme delle funzioni demandate al lavoratore in oggetto e la gestione diretta dei rapporti con i terzi e potere di impegnare se stessi e l’azienda.
L’infermiere assolve sia il primo requisito stante il D.M. n.739/1994 che lo erge a RESPONSABILE di tutta l’assistenza infermieristica generale( si avvale del personale di supporto.. ) che il secondo requisito considerato che nello svolgimento delle proprie funzioni, rappresenta l’ente per cui lavora attestando fatti avvenuti in sua presenza, praticando in AUTONOMIA, CURE e SOMMINISTRANDO FARMACI NEL CORPO UMANO, di notevole importanza e DELICATEZZA sociale e giuridica, assumendosi elevati livelli di responsabilità civile e penale che, errate, potrebbero causare gravi danni o la morte all’utente.
Differenze con
L’IMPIEGATO (stato attuale dell’infermiere vedi in alto alla busta paga), invece, è un lavoratore che, ai sensi del R.D.L. 13 novembre 1924 n. 1825, non può assumere attività di propria iniziativa, cosa che invece l’infermiere deve fare.
Gli operai anche se specializzati, svolgono mansioni meramente esecutive, elementari, sotto la direzione del superiore che valuta il risultato è può indicare le modifiche da apportare ( ausiliari,O.T.A., O.S.S., ECC.).
L’art. 40, co. 2 del D.Lgs. 30 marzo 2001 n. 165 stabilisce che nell’ambito della contrattazione collettiva del comparto sanità si possano costituire apposite sezioni contrattuali per specifiche professionalità.
“L’uscita dal comparto” comporterebbe di conseguenza un aumento di stipendio, riconoscendoci finalmente anche una giusta retribuzione viste le enormi responsabilità che abbiamo nel campo civile, penale e disciplinari.
Alfio Stiro
Redazione NurseNews
Altre Fonti
A.A.D.I Lombardia.