“Tutta la vita con questo orribile rumore” cantava Lucio Dalla, una vita al centro della confusione provocata da terribili suoni emessi dall’interno del nostro organismo. Rumori che portano spesso alla follia, una prigione invisibile ma costantemente presente che costringe le persone che soffrono di questo disturbo ad isolarsi e ad affrontare i fantasmi del carcere mentale, la causa di tutto ciò è l’acufene.
In medicina l’acufene è un disturbo dell’udito, costituito da rumori, fischi, ronzii che influenzano negativamente la vita delle persone affette. Non è classificabile come malattia dell’apparato uditivo, poiché è una condizione mentale che viene curata tramite terapie personalizzate da psichiatri. La condizione è valutata clinicamente e si divide in “lieve” o “catastrofica”, ovvero si misura in base alla ripetizione degli acufeni durante il giorno o la settimana. Il 20% della popolazione soffre di questi disturbi, spesso sottovalutati, un fenomeno presente soprattutto nella fascia d’età tra i 40 e i 60 anni, ma può anche comparire in età pediatrica. Giorno 8 febbraio presso l’Hotel NH San Mauro di Caltagirone si è tenuto il convegno “Acufeni e SomatoSound”, che ha visto la presenza di importanti esperti del campo medico-scientifico affrontare il tema degli acufeni, l’evento è stato organizzato dal Dottor Sebastiano Forte, direttore F.F. del reparto di Otorinolaringoiatria dal 2016, il quale si è confrontato con circa 10.000 casi di soggetti colpiti da acufeni.
La locandina dell’evento riprende un quadro del pittore spagnolo Francisco Goya “Il sonno della ragione genera mostri”. Il Dottor Forte spiega in esclusiva a Prima Stampa degli Erei come è nata l’idea di organizzare un convegno sugli acufeni a Caltagirone e il motivo principale che l’ha spinto a scegliere il quadro di Goya come immagine cardine del convegno: «Inizialmente doveva essere un semplice convegno sugli acufeni, poi si è trasformato in un incontro di riferimento regionale da cui saranno dettate le linee guida alle quali dovranno attenersi tutti gli specialisti del settore. Il tutto in collaborazione con il dottor Aldo Messina, direttore U.O. Audiologia Universitaria Policlinico di Palermo. La scelta del dipinto di Francisco Goya avviene perché il pittore dopo aver perso la sua capacità uditiva accusò un acufene da verosimile deafferentazione, questo lo portò a diventare pazzo. L’immagine del quadro riprende questo concetto, lui era convinto che gli acufeni fossero diavoli che soffiassero dentro il suo orecchio. L’acufene non è un problema uditivo, ma un problema psichiatrico, perché il problema non è il suono in sé ma come ci si comporta di fronte all’effetto acustico. È un suono che prende le vie del fastidio, del dolore, dell’intolleranza, e non può essere sopportato».
Fonte Prima stampa.eu