Il professionista non ha necessità di mansionari né di definire un atto suo proprio, ossia di crearsi un’area di attività che non potrebbe aver mai confini precisi ed esser esaustiva, ma solo limitativa e, forse, limitante quella degli altri professionisti; i quali nell’area sanitaria, spesso hanno conoscenze comuni se pur acquisite a diverso livello scientifico e, soprattutto, per diverse finalità;
– è per questo che nei paesi cosiddetti civili lo Stato non ha mai approvato una legge contenente una definizione di atto medico, né di conseguenza di atto (tecnico) sanitario;
– un orientamento dottrinale e giurisprudenziale recente e rispettoso del diritto penale ritiene atti tipicamente riservati alla professione medica quelli il cui espletamento da parte di soggetti non abilitati potrebbe comportare al paziente serie implicazioni (come gli interventi chirurgici e la prescrizione di farmaci che richiedono ricetta medica);
– il nuovo codice deontologico indica come atti di esclusiva competenza del medico solo la diagnosi e la prescrizione della cura;
– se già volessimo dare una caratterizzazione giuridica (in funzione della dottrina e della giurisprudenza) all’attività consentita al solo medico e non ad altre professioni ci si dovrebbe rifare all’atto diagnostico/prescrittivo non già terapeutico o riabilitativo, men che meno di carattere preventivo;
– solo la preparazione del medico, come previsto dalla legge, consente nella pratica clinica di giungere ad una diagnosi; non già a una diagnosi di scopo, utilitaristica per singole attività assistenziali, ma alla Diagnosi che condiziona necessariamente qualsiasi atto terapeutico.
Invocare la definizione legislativa di un atto da riferirsi al Professionista principale e fulcro del sistema sanitario evidenzia una preoccupante “debolezza”: non vi è nessun’altra professione sanitaria, ancorché fragile, che invochi per sé la definizione di un atto che la delimiti. Tale “debolezza” insita in una parte della professione medica deve preoccupare non solo chi medico è e non desidera essere “confinato” in un atto, ma tutti gli attori del sistema sanitario e verrebbe da dire tutti i cittadini italiani…” Oggi si puo parlare di atti sanitari condivisi e atti sanitari riservati…”
Redazione NurseNews. Eu
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