Il sindacato degli infermieri Nursing Up aderisce alla campagna ‘Nursing Now Italy’, partecipando all’iniziativa globale a favore del miglioramento dell’immagine e della valorizzazione della professione infermieristica, evento che si è svolto a Roma presso la Sala Capitolare di Santa Maria sopra Minerva, presso il Senato della Repubblica.
“É giusto promuovere e valorizzare la figura dell’infermiere oggi, perché solo così si valorizza il sistema salute nella sua complessità. Bisogna però concentrare l’attenzione, ora più che mai, non sulle parole ma sui fatti, affinchè a questi eventi segua un riconoscimento pragmatico della professione da parte delle istituzioni. Viviamo una realtà in Italia che vede gli infermieri formati ai massimi livelli e con elevatissimi profili di responsabilità che si confrontano ogni giorno a livello internazionale con gli altri colleghi, e l’evento odierno ne è la prova, ma ci confrontiamo ancora con una politica ottusa che non ha fatto coincidere l’elevata qualità e profilo dell’infermieristica con il doveroso riconoscimento contrattuale che gli spetta”. Così Antonio De Palma, presidente Nursing Up, durante il suo intervento davanti al panel composto da: Lord Nigel Crisp, Co-Chair Nursing Now e UK all party parliamentary Group on Global Health; Howard Catton, Ceo ICN (International Council of Nurses); Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Sanità del Senato; Ausilia Pulimeno, vicepresidente Fnopi; Walter De Caro, presidente Cnai e organizzatore dell’incontro.
“Aumentare l’alveo delle responsabilità – ha proseguito De Palma – comporta il conseguente e naturale riconoscimento economico, e anche giuridico-normativo, perché, se è vero che abbiamo un’autonomia delineata da norme di legge, purtroppo dobbiamo denunciare che quella stessa autonomia troppo spesso non è ancora agita completamente nell’ambito dell’organizzazione delle Aziende sanitarie”. Per sensibilizzare le istituzioni presenti all’evento ‘Nursing Now’, il presidente Nursing Up le ha invitate ad intervenire immediatamente. “Noi, come sindacato rappresentativo della categoria – ha aggiunto – vorremmo vedere arrivare un Def in cui vengano stanziati dei fondi specifici per il personale delle professioni sanitarie non mediche”. Durante la prolusione, De Palma ha risposto a Saverio Proia, rappresentante Aran, sulla presunta innovatività del percorso di carriera contenuto nel nuovo Ccnl. “Il contratto vigente non crea un percorso di carriera per le specializzazioni – ha spiegato – perché non c’è un riconoscimento degli specialisti come tali, inseriti nei ruoli organici delle Aziende sanitarie. Si tratta di professionisti di alto rango che il nuovo Ccnl ha reso precari con incarichi messi a bando ogni 3-5 anni”.
“Questo non lo accettiamo – sottolinea il presidente Nursing Up – e ci auguriamo vivamente che la Commissione paritetica sia il tavolo dove si dovrà discutere la questione, sperando che le altre organizzazioni sindacali siano disponibili a creare reali percorsi di carriera per il personale delle professioni sanitarie, e che non siano quelli definiti dall’ultimo contratto”. Per De Palma bisogna anche concentrarsi sullo scollamento che si registra tra le responsabilità che la legge attribuisce all’infermiere a seguito di tutte le normative di riforma, sul loro effetto ai fini giuridici e sul fatto che troppo spesso queste non vengano agite nella concretezza delle organizzazione del servizio sanitario nazionale. “I motivi? Un sistema che sembra rimasto indietro di 30 anni rispetto alla produzione normativa, e il paradosso che la legge attribuisce agli infermieri tutte le responsabilità del nuovo contesto, ma senza preoccuparsi di metterli nella condizione porli in essere. Non ultimo il problema economico: gli infermieri non vengono retribuiti come dovrebbero, in sintonia con quelle che sono le loro competenze odierne”.
Allo stato, appare dunque indifferibile chiedere la creazione di una sezione contrattuale distinta. “Perchè è inimmaginabile – ha ribadito – che professionisti con l’elevata specificità come gli infermieri non possano discutere separatamente le criticità che li riguardano. Sono problematiche peculiari che non possono essere trattate nell’ambito di tavoli che attengono la generalità dei dipendenti. Questo già avviene per i medici e per altre categorie professionali alle quali è stata riconosciuta una distinta disciplina”. “Proprio in virtù della presenza di tutti i requisiti di legge previsti, come l’iscrizione all’albo e l’esercizio di attività di elevata responsabilità – ha concluso il presidente Nursing Up – chiediamo che anche agli infermieri, così come già è avvenuto in precedenza con i medici, venga riconosciuta questa sezione distinta di disciplina contrattuale”.
Finte
Quotidiano Sanità