L’assessore della regione Siciliana Razza, impone un piano di rientro.
L’ospedale Civico di Palermo, ha prodotto un buco da 61 milioni di euro peggiorando persino la situazione di tre anni fa. Ma anche altri grande aziende sanitarie siciliane hanno conti disastrosi, come Villa Sofia-Cervello che ha un deficit di 39 milioni di euro (sette in più), il Policlinico Paolo Giaccone (che ha raddoppiato le perdite da 4 a 8), il Papardo di Messina (24 milioni) e il Policlinico di Catania (21 milioni, 6 in più di tre anni fa). E’ la fotografia scattata da un decreto dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, che ha chiesto ai manager di scrivere entro tre mesi un piano per recuperare le perdite, in accordo alla legge di stabilità nazionale.
La “fuga” dei pazienti è solo uno dei problemi. Costi per il personale troppo alti, sprechi e gestione “allegra”. C’è questo e tanto altro alle radici del disavanzo di 153 milioni di euro creato dai cinque ospedali siciliani, che adesso dovranno chiedere un Piano di rientro far tornare i conti a posto. Uno tsunami che porterà una nuova stagione di sacrifici in corsia per pazienti e operatori. Anche nel 2016 l’ex assessore alla Salute Baldo Gucciardi lo aveva fatto. Ma i risultati non sono arrivati. Anzi, per quasi tutte le aziende i conti sono peggiorati. A tre anni da quel piano, l’assessorato ha fatto una nuova fotografia degli ospedali in rosso, cogliendo in fallo cinque strutture. A breve saranno setacciati i conti anche delle Asp provinciali.
I sindacati puntano il dito contro le passate gestioni manageriali, che a loro parere hanno contribuito a determinare la voragine nei conti. “Sono stati perfino pagati i premi di produttività a direttori generali, sanitari e amministrativi per il raggiungimento degli obiettivi. Ma evidentemente la norma di legge che prevede come obiettivo il pareggio di bilancio in Sicilia non vale”, attacca Angelo Collodoro, vicesegretario regionale della Cimo. “In alcune aziende – continua – sono cresciute le spese anche per il personale ma non la produttività. Eppure la politica mette in ginocchio la sanità pubblica e ne fiacca l’azione per potere dirottare risorse verso la sanità privata. Il governo regionale guarda al sistema Formigoni in Lombardia che è risultato un sistema corrotto”.
Il riferimento nemmeno tanto velato è alle dichiarazioni del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che ieri – duranto un convegno dell’Aiop – ha fatto appello all’assessore Razza perché importi anche in Sicilia il modello Lombardia che vede il privato alla pari con il servizio pubblico. Anche l’assessore Razza ha annunciato che dal 2020 il budget per i privati convenzionati, che oggi si spartiscono una torta da 900 milioni di euro l’anno, dovrà essere rivisto al rialzo. Per gli ospedali pubblici, invece, si prepara una nuova stagione di austerity per recuperare il deficit
Fonte
La repubblica.