“Con il Decreto Calabria il M5S porta avanti un opera spregiudicata di lottizzazione della sanità calabrese. Altro che trasparenza e onestà. Nel provvedimento si prevede la possibilità di poter procedere alle nomine dei commissari delle Asp in deroga a quei principi di trasparenza e meritocrazia garantiti dall’Albo nazionale. Da una parte, dunque, i pentastellati fanno proclami sulla necessità di allontanare le scelte politiche dalla sanità facendo prevalere il merito, mentre dall’altra non si fanno scrupolo nello scavalcare ogni criterio di trasparenza. Ma, cosa ancor più grave, l’intento dell’intera operazione viene reso palese dalla norma ad personam che vede la nomina del collaboratore della relatrice del provvedimento Dalila Nesci (M5S), come commissario all’Asp di Vibo Valentia”.
Così Federico Gelli (Pd) commenta il contenuto del decreto Calabria in discussione oggi alla Camera.
“Nel decreto, infatti, si prevede anche la possibilità di richiamare personale in quiescienza. Casualmente, Gianluigi Scaffidi, è un ex dirigente in pensione che da anni ha il ‘merito’ collaborare con la pentastellata Nesci. Insomma, prima i 5 stelle dicono di voler nominare persone estranee alla Regione e che non abbiamo ricoperto ruoli apicali nel settore sanitario negli ultimi anni, proprio per prendere le distanze dalle passate gestioni e poi, per qualche strano motivo, propongono il nome di Scaffidi come unico nome di professionista calabrese per il ruolo di commissario di Vibo Valentia, proprio nello stesso collegio elettorale della deputata Nesci. Evidentemente da onestà ad occupazione di posti pubblici il passo è breve”, prosegue Gelli.
“Inaccettabile è stata poi la reazione in Aula del ministro della Salute Giulia Grillo. Un intervento scomposto nelle vesti di esponente di un partito di maggioranza e non di rappresentante delle Istituzioni”, conclude Gelli.
Fonte
Quotidiano Sanità