Il respiro è la capacità di immissione e di emissione dell’aria per mezzo del quale si attua il processo della respirazione. Un processo fisiologico che consiste in uno scambio gassoso fra l’organismo vivente e l’ambiente. L’attività respiratoria si può dividere fra respirazione esterna e respirazione interna ricordando che le due attività sono strettamente correlate fra di loro.
Il processo inizia con l’inspiro di aria esterna che viene successivamente immessa attraverso l’apparato respiratorio in direzione dei bronchioli per confluire poi nell’ alveolo polmonare (fase ventilatoria) sede dello scambio gassoso tra l’aria esterna e il sangue. Essendo la parete degli alveoli ricoperta da un velo liquido permette ai gas che vi giungono a contatto di disciogliersi diffondendosi nel sangue attraverso l’emoglobina (fase alveolo-capillare). Successivamente il sangue, attraverso l’emoglobina (Hb), trasporta i gas dal polmone alle cellule e viceversa iniziando così la respirazione interna, detta anche respirazione cellulare, le reazioni che si svolgono all’interno delle cellule ( processi di ossidazione cellulare) fanno si che l’ossigeno venga utilizzato per l’ossidazione dei metaboliti cellulari con conseguente produzione di CO2 e formazione di composti ad alta energia.
La FREQUENZA RESPIRATORIA è il numero di atti respiratori che un individuo compie nell’ arco di tempo di un minuto. Pertanto è espressione del prodotto tra la frequenza respiratoria e il volume corrente e ha come unità di misura i litri al minuto (l/min). L’atto respiratorio è costituito da:
inspirazione (circa 1,3 – 1,5 secondi di durata);
espirazione (circa 2,5 – 3 secondi di durata);
breve pausa che si verifica fra inspirazione ed espirazione (circa 0,5 secondi)
VALORI NORMALI
Adulto fra i 16 e i 20 atti respiratori al minuto;
da 30 a 60 atti respiratori per un neonato d’età compresa fra 0 e 6 mesi;
da 24 a 30 atti respiratori per un neonato d’età compresa fra 6 e 12 mesi;
da 20 a 30 atti respiratori per un bambino d’età compresa fra 1 e 5 anni;
da 12 a 20 atti respiratori per un bambino d’età compresa fra 6 e 11 anni;
da 12 a 18 atti respiratori per gli individui sopra i 12 anni d’età.
TIPOLOGIA DI RESPIRI
La fisiologica frequenza respiratoria varia a seconda dello sviluppo dei muscoli deputati al respiro, dell’adipe addominale e toracico, dell’età, del sesso, della qualità e quantità dello sforzo fisico e dello stile di vita ma talvolta può essere interessata da condizioni cliniche del soggetto. Un respiro normale che alterna, senza apnee, inspirazione ed espirazione dalle 16 alle 20 volte al minuto viene definito eupnoico ( Eupnea). La frequenza respiratoria può avere un’alterazione fisiologica come una diminuzione, senza apnee, detta Bradipnea (<16 atti/minuto) quando ad esempio il soggetto è estremamente rilassato, o svolge attività di sub o apnea; oppure un aumento definito Tachipnea >20 atti/minuto in caso di emozioni forti o grandi sforzi. Ma può anche avere una natura di tipo patologico dove manca il fisiologico susseguirsi degli atti respiratori e la loro frequenza, spesso dovuto a patologie di varia natura prevalentemente a carico del SNC (sistema nervoso centrale che possono evolvere in respiri patologici.
Alterazioni del respiro
– Dispnea, sintomo soggettivo oppure oggettivo se caratterizzato da respirazione affannosa, difficoltosa. Può essere fisiologica se successiva ad un importante sforzo fisico, diversamente è considerata patologica – Apnea, assenza o pausa della respirazione per più di 15 secondi. Può essere un arresto volontario, indotto farmacologicamente o patologico
– Apneusi, arresto inspiratorio periodico
– Bradipnea riduzione frequenza ( < 16 atti/minuto) – Tachipnea aumento frequenza ( > 20 atti/minuto)
– Iperpnea aumento ampiezza volume corrente ( > 500 ml)
– Polipnea aumento ventilazione minuto (iperventilazione)
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RESPIRI PATOLOGICI
Sono delle alterazioni severe del ritmo respiratorio.
respiro di Biot (respiro intermittente) serie di veloci atti resp (4/5 brevi e superficiali) seguita da periodi di apnea variabili (tra 10-30sec). tipico delle patologie a carico del SNC come meningiti, tumori endocrini,encefaliti,traumi cranici, edemi cerebrali.
respiro di Cheyne-Stokes (respiro periodico) lunga apnea seguita da una fase in cui si passa gradatamente da una respirazione profonda a una sempre più superficiale seguita da un’altra apnea. tipico di: scompenso cardiaco grave, coma uremico, overdose da oppiacei, ultimi stadi di vita
respiro di Kussmaul, boccheggiante, profondo e lento. Sono atti respiratori molto lenti, con inspirazione profonda e rumorosa, in seguito breve apnea inspiratoria, quindi un’ espirazione gemente per poi proseguire con una pausa post-espiratoria fortemente prolungata. acidosi metabolica grave (chetoacidosi diabetica o insuff renale)
respiro di Falstaff, respiro associato alla sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), riguardante prevalentemente i soggetti obesi e si verifica durante la notte quando la muscolatura del paziente obeso perde tono, la faringe tende a collassare provocando un’ostruzione parziale o completa, pertanto il flusso d’aria che passa diviene turbolento e conseguentemente si avrà il tipico russamento.
Redazione NurseNews. Eu
Fonte doctornurse