Abbandona l’anziano padre al pronto soccorso per trascorrere il fine settimana al mare.
No, non è la trama di un nuovo film di Verdone (che nel suo «Viaggi di nozze» aveva già raccontato le difficoltà di una coppia costretta dagli eventi a gestire un anziano genitore non certo facile), ma l’estrema sintesi di quanto successo nel pomeriggio di giovedì 27 giugno all’ospedale di Chivasso.
Intorno alle due, in quello che si è poi rivelato essere tra i giorni più torridi dell’anno (almeno fino ad ora), una donna è entrata in reparto spingendo una carrozzina con sopra l’anziano genitori. Un uomo di un’ottantina d’anni, non certo nelle condizioni migliori anche a causa delle temperature.
Stando al racconto di alcuni testimoni, dopo aver sistemato la carrozzina accanto alle sedie della sala d’attesa la donna avrebbe detto al padre: «Aspettami un attimo, vado a spostare la macchina e torno».
Da quel momento, nessuno l’ha più vista.
L’anziano, con poca mobilità, non si è ovviamente mosso. O almeno, è rimasto nel suo angolino fino a quando i minuti non si sono trasformati in ore. Ore di attesa, ore incapace di credere a quanto stava accadendo, ore a fissare la porta nella speranza che la figlia tornasse a prendersi cura di lui.
Dopo cinque ore, intorno alle 19, l’uomo (forse spinto dalla sete o dalla fame) ha iniziato a muoversi in carrozzina all’interno del Pronto Soccorso, fino a quando non è stato notato da un’infermiera (che pure nel delirio di quei giorni aveva piena consapevolezza di chi fosse passato al triage e chi no): «E lei cosa ci fa qui?», «Aspetto mia figlia», la sola risposta.
A questo punto, altri pazienti in attesa hanno capito cosa fosse successo, e hanno raccontato al personale dell’Asl To4 la storia dell’anziano. Prima, nessuno di loro avrebbe anche solo potuto immaginare una situazione del genere.
Dopo una serie di verifiche, dall’Asl è partita una telefonata al cellulare della donna, che rispondendo ha ammesso di essere già in Liguria, nei dintorni di Savona, per trascorrere qualche giorno al mare.
Sull’epilogo della vicenda vige il massimo riserbo, e anche se non sembrano esserci gli estremi per una denuncia per «abbandono di incapace» (l’ha pur sempre lasciato al pronto soccorso, non in mezzo a una strada) è molto probabile che sia partita una segnalazione ai servizi sociali.