In totale trenta le persone indagate al Don Tonino Bello tra medici, paramedici, amministrativi e tecnici che avrebbero dovuto controllare gli orari di lavoro altrui, più un soggetto esterno alla Asl di Bari. L’azienda: “Pronti a collaborare, licenzieremo chi sarà dimostrato colpevole”
Timbravano il cartellino, ma in realtà erano assenti durante l’orario di lavoro all’ospedale ‘Don Tonino Bello’ di Molfetta. Per questo 30 tra medici, paramedici, amministrativi e tecnici manutentori, più un soggetto esterno alla Asl di Bari, sono indagati dalla Procura di Trani per i reati – contestati a vario titolo – di truffa aggravata ai danni di ente pubblico, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e peculato. Dodici di loro sono stati arrestati.
Il caso è emerso al termine delle indagini dei finanzieri di Molfetta, che hanno scoperto un sistema di ‘fraudolenta solidarietà tra dipendenti del ‘Don Tonino Bello’ per timbrare il cartellino e assentarsi dal lavoro durante l’orario di servizio.
L’inchiesta è deurata due anni e ha fatto emergere circa 300 episodi di assenteismo da parte di dirigenti medici, infermieri e impiegati amministrativi e tecnici.
Su richiesta della Procura di Trani sono state eseguite 13 ordinanze di cui 12 di custodia cautelare agli arresti domiciliari e una di obbligo di dimora nel comune di residenza, emesse dalla gip di Trani, Maria Grazia Caserta, su richiesta del sostituto procuratore Silvia Curione. Un fascicolo che ha previsto la richiesta della misura interdittiva della sospensione dal servizio per ulteriori indagati; e proseguono le indagini per definire altre posizioni.
Cinque medici, una capo sala, una infermiera professionale, diciassette impiegati amministrativi, cinque impiegati tecnici manutentori e uno esterno alla Asl: tutti rispondono a vario titolo di truffa aggravata ai danni di ente pubblico, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e peculato. I provvedimenti sono stati notificati a Molfetta, Giovinazzo, Bisceglie, Barletta e Foggia.
I militari della Finanza avrebbero accertato sistematiche assenze dal luogo di lavoro in orario di ufficio, spesso autorizzate da permessi sindacali o dalla legge 104/92 ma usate per svolgere attività in altre strutture o per motivi privati, anche utilizzando le auto di servizio. In qualche caso è stata constatata la collaborazione di un soggetto esterno alla Asl il quale si presentava per ‘smarcare’ ai rilevatori la presenza, timbrando cartellini illecitamente.
Si assentavano anche alcuni impiegati dell’Ufficio rilevazioni presenze e assenze addetti al controllo del corretto rispetto dell’orario di lavoro di tutti gli altri dipendenti che, approfittando della possibilità di accedere al sistema informatico, modificavano manualmente e fraudolentemente gli orari di lavoro
La direzione generale dell’Asl di Bari “ha offerto, e continuerà a offrire, massima collaborazione alle autorità giudiziarie competenti, e assicura la massima celerità nell’apertura dei procedimenti disciplinari previsti per legge e nella sospensione cautelare dal servizio prevista dalla legge a carico di tutti coloro che hanno abusato della loro qualità di dipendenti pubblici”.
Così il dg dell’Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, ha commentato in una nota l’inchiesta e gli arresti per i casi di assenteismo. “L’Asl di Bari licenzierà senza indugio i dipendenti interessati dalla vicenda”, prosegue la nota, “se i fatti contestati dalla Procura di Trani dovessero essere confermati nelle modalità previste dalla legge”.
La Repubblica.