Sperimentazione riuscita come riportato dal “quotidiano il Piccolo. Gelocal”Tra il 2009 e il 2011 gli accessi agli ospedali di Latisana e Palmanova sono diminuiti del 18% rispetto al triennio precedente
«Nell’ottica del riassetto della sanità in Friuli Venezia Giulia e dell’obiettivo di rafforzare i servizi sul territorio, va progressivamente ampliato il modello dell’infermiere di comunità, per la dimostrata capacità di questa figura di ridurre gli accessi al pronto soccorso, nonché quale filtro efficace ai ricoveri ospedalieri». Lo afferma il presidente della Regione, Renzo Tondo, nella sua veste di assessore alla Salute, commentando i positivi risultati di 10 anni di sperimentazione di questa modalità di assistenza territoriale, avviata sperimentalmente a partire dal 2001 nell’ambito dei Distretti dell’Ass 5 “Bassa Friulana”, che gestisce anche gli ospedali di Palmanova e Latisana. Nel triennio 2009-2011 nei due nosocomi si sono infatti registrati 79.397 accessi ai pronto soccorso con codice bianco (nessuna urgenza), a fronte delle 97.282 richieste del triennio 2005-2007, con una riduzione di 17.885 accessi, pari ad un meno 18,3%. Nel 2011 le persone che si sono recate al pronto soccorso dei due ospedali, per codice bianco, sono state 4.742 in meno rispetto al 2009. Pur sottolineando che una maggiore appropriatezza del ricorso al pronto soccorso deriva dalla somma di diversi fattori e di specifiche strategie messe in campo dalle Aziende sanitarie, e che per questa ragione il trend è generalmente in calo in tutta la regione, il presiedente Tondo rileva come la presenza dell’infermiere di comunità, sia ambulatorialmente che a domicilio, riduce il ricorso all’ospedale. Le persone più fragili, perché malate croniche o semplicemente anziane, sono tenute sotto controllo nel lungo termine.
Anche l’infermiere può rilevare precocemente eventuali segni di aggravamento di una patologia e allertare il medico di famiglia. «È un brillante esempio di medicina e assistenza di iniziativa – spiega Tondo – centrata non più sull’ospedale, ma su servizi territoriali più vicini alle esigenze e ai bisogni socio-sanitari della popolazione». Latisana e Palmanova fanno registrare il più basso tasso di ospedalizzazione regionale, cui si accompagna il più alto indice di copertura assistenziale degli anziani (over 65 e over 75). Infermiere di comunità, dunque, come promotore della continuità assistenziale e dell’integrazione socio-sanitaria, in collaborazione con i professionisti e gli operatori del territorio. Ma anche come elemento chiave nella presa in carico dei pazienti dimessi dall’ospedale, in stretto rapporto con i medici di famiglia e gli assistenti sociali dei Comuni. Insomma un professionista che, conclude Tondo, può dare risposte efficaci ad alcuni obiettivi che la Regione si è data per modernizzare e rendere più omogenei i servizi sanitari e sociali: rafforzamento dei servizi territoriali, presa in carico integrata delle persone con malattie croniche e disabilità, potenziamento degli interventi domiciliari, ricorso all’ospedale per vere emergenze e patologie acute. L’infermiere di comunità è un progetto proposto con impegno e passione dalla dirigente infermieristica dell’Ass 5, Mara Pellizzari, e dai suoi collaboratori. Sono state progressivamente attivate 21 “stazioni” di infermiere di comunità, a fronte delle 23 previste, con una copertura di 29 comuni su 31 (mancano Latisana e San Giorgio). Nel 2011 l’iniziativa è stata premiata dal ministero della Salute come uno dei 10 migliori progetti d’Italia, nell’ambito di una ricerca promossa dalla Bocconi sul tema “I driver di sviluppo dei servizi territoriali”.