L’accordo vale per 130mila camici bianchi. L’ipotesi di rinnovo è stata firmata da tutti i sindacati medici (78 per cento), tranne la federazione Cimo-Anpo-Fesmed (22 per cento)
È stato appena firmato all’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) il rinnovo del contratto dei medici e dirigenti del servizio sanitario nazionale, dopo un’attesa di 10 anni. Il contratto riguarda circa 130mila professionisti della sanità: “L’ipotesi di rinnovo, relativa al triennio 2016-18 – afferma il segretario Fp Cgil medici, Andrea Filippi – prevede un aumento medio pro capite di 200 euro al mese”.
L’ipotesi di rinnovo è stata firmata da tutti i sindacati medici, tranne la federazione Cimo-Anpo-Fesmed. Cimo, dopo l’Anaoo, è il secondo sindacato, insieme a Anpo e Fesmed rappresentano in particolare i primari, e contano sul tavolo della contrattazione il 22 per cento. In sostanza si può dire che il 78 per cento dei sindacati è stato favorevole all’accordo. Oggi a mezzogiorno a Roma, in via Torino presso la sede dell’Enpam, si terrà la conferenza stampa dei sindacati.
“Tutti i giovani che hanno maturato i 5 anni di anzianità – spiega Filippi – e che quindi avevano diritto a un incarico che da anni le aziende non riconoscevano loro, hanno ora il diritto ad ottenerlo con una retribuzione minima di 5500 euro contro quella di prima di 3500 euro”. “L’80 per cento dei medici – aggiunge – avrà un guadagno netto sulla retribuzione di posizione di 2000 euro”.
La notizia è stata data con enfasi su Twitter la Fp Cgil Nazionale. “Abbiamo raggiunto, dopo anni, risultati economici e normativi che segnano un solco con anni di assenza contrattuale”.