L’Esimio Angelo Del Vecchio, responsabile del quotidiano della salute (non credo della sua salute, viste le arrabbiature che ha avuto dopo la stracciante sentenza contro il demansionamento di Roma), giornalista non professionista ma “pubblicista”, ci ha dato lezioni di diritto un po’ da strada.
Afferma che Di Fresco non è infermiere: peccato però che lo faccia da 32 anni presso l’azienda Policlinico Umberto I di Roma.
La sua lampante deduzione, da vero segugio, si fonda su un semplice click: non appare il nome Di Fresco nell’albo professionale del sito OPI Roma.
Quindi stamattina, 24 luglio 2019, Di Fresco si è presentato al Commissariato di Polizia per costituirsi e farsi arrestare perché Del Vecchio ha dichiarato che è un abusivo. Il Commissario ha subito chiesto al Di Fresco di portare la merce dentro il Commissariato, così Di Fresco ha specificato di essere un abusivo infermiere e non un venditore ambulante.
Accertati i fatti, il Commissario che è anche un ex avvocato, ha rassicurato che l’art. 348 C.P. si applica solo a chi non possiede il titolo di studio abilitante e non l’iscrizione all’albo e certamente non si applica a chi ha vinto un concorso pubblico per infermiere. Infatti internet è strapiena di sentenze di assoluzione che hanno condannato gli OPI denuncianti (effetto boomerang, lo stesso che colpirà assocare).
Però un serio giornalista ed anche un pubblicista, prima di sputare sentenze su una persona, avrebbe dovuto quantomeno informarsi sul suo background, sapere chi è, cosa ha fatto e cosa fa e così avrebbe scoperto, e non è per nulla difficile, stante l’enormità di articoli pubblicati sulla questione, che Di Fresco ha reiteratamente chiesto alla propria azienda (dal 2010), di pagare quanto dovuto a titolo di iscrizione all’albo perché, considerato che è sottoposto al vincolo di esclusività, artt. 2104, co. 2 e 2105 C.C., non è lecito pagare una tassa se si lavora sotto padrone.
Infatti, siamo in attesa della sentenza che tarda ad arrivare perché il giudice, prima in gravidanza ed ora in allattamento, non è stato sostituito (e questo il datore di lavoro lo sa bene).
Di Fresco non ha bisogno di creare cause ad hoc per pubblicizzare i corsi sul demansionamento; non ne ha bisogno perché fa il pienone ogni volta, già dai tempi di Nursind, ma evidentemente Assocare ha bisogno di sparare turlupinate per stimolare qualcuno alla lettura.
Riguardo l’impossibilità di procedere disciplinarmente contro il Di Fresco, non risulta convincente la motivazione addotta e cioè che Di Fresco non è infermiere e quindi è svincolato dalle norme disciplinari; la falsità è facilmente evincibile dalle ripetute richieste dell’OPI di Roma dirette ad ottenere dal Di Fresco le somme pregresse della sua iscrizione all’albo.
Se Di Fresco non è infermiere, allora a quale titolo l’OPI gli chiede i soldi? I ben informati sanno bene che l’AADI è stata costituita per debellare lo sfruttamento degli infermieri ed è appunto quello che stiamo facendo e, purtroppo, se ci va di mezzo qualche membro dell’OPI che insegna lo sfruttamento agli studenti e che demansiona i colleghi, non è colpa nostra ma sua.
Per ultimo: la deprofessionalizzazione è sinonimo di demansionamento (come da stralcio sentenza sotto riportato) e dicotomizzare i due termini, coniando quello della deprofessionalizzazione, la dice lunga sulla vostra preparazione.
ADI
NurseNews. Eu