L’iniziativa disciplinare nei confronti dell’assessore regionale alla Salute in Emilia-Romagna, Sergio Venturi, “lungi dall’essere genericamente infondata”, fatto di per sé privo di interesse penale, era “dimostrativa della volontà intenzionale di discriminare e vessare il soggetto passivo, per ragioni diverse da quelle rese palesi in sede di contestazione disciplinare”.
Lo scrivono il procuratore di Bologna Giuseppe Amato e il pm Flavio Lazzarini nella richiesta di giudizio per i nove componenti della commissione disciplinare dell’ordine dei medici che il 30 novembre 2018 decisero la radiazione dall’albo di Venturi per una delibera che consentiva la presenza a bordo delle ambulanze dei soli infermieri specializzati. I nove, difesi dagli avvocati Gianfrancesco Iadecola e Alberto Santoli, rispondono di abuso di ufficio. Venturi, difeso dal professor Vittorio Manes, valuterà se costituirsi parte civile nell’udienza preliminare, fissata il 5 dicembre davanti al Gup Francesca Zavaglia.
Sul caso Venturi la Regione Emilia-Romagna aveva presentato ricorso alla Corte Costituzionale, lamentando un’invasione dell’autonomia.
Tra gli imputati non ci sarà il presidente dell’Ordine Giancarlo Pizza, che avversò la delibera della Regione, ma non presenziò alla commissione che decise la radiazione e quindi non finì nell’indagine.
Secondo i pm, i commissari agirono “violando i principi di imparzialità e buona amministrazione, imposti loro dai principi costituzionali e operando in palese carenza di potere (incompetenza) e in evidente eccesso di potere, trattandosi di censura non di un comportamento deontologicamente scorretto di un sanitario, bensì dell’adozione di un provvedimento di natura squisitamente politica”. Così facendo, facendogli cioè subire la massima sanzione disciplinare, provocarono a Venturi “un ingiusto danno” per quanto fatto nell’esercizio della propria funzione pubblica di assessore alla Sanità.
Redazione NurseNews.Eu
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ANSA