Tra gli indagati per la scelta di un professore associato, Stefano Bruschi , direttore della scuola di chirurgia plastica, il suo predecessore Giovanni Bocchiotti e la figlia di quest’ultimo Maria Alessandra vincitrice del bando.
Siamo una massa di malavitosi. L’ho detto io, che avevo due vie: quella di fare il malavitoso nella malavita, o il malavitoso nella sanità ». Senza pudore, con questa sfacciata, quasi compiaciuta, ammissione, Stefano Bruschi, professore ordinario di chirurgia estetica all’Università di Torino, confidava alla sua favorita, la « Bocchiottina », di essere disposto a tutto per farle vincere il posto di associato. E tutto, in questo caso, non è davvero un’esagerazione: scegliere insieme i commissari del concorso e scrivere loro la convocazione ufficiale, per esempio; disegnare un medaglione ad hoc per cercare di evitare possibili “ incidenti” come la vittoria di altri candidati; scoraggiare l’altro aspirante interno, più anziano e con più esperienza, fino al punto da convincerlo a denunciare tutto, prima ancora che il concorso fosse formalizzato. Dando il via, inconsapevolmente, a un’inchiesta penale che ora mette a rischio non solo l’esito di quella sfida in ateneo, ma reputazione e fedina penale di tutti i personaggi di questa vicenda.
Sono nove mesi di traffici frenetici, intorno al concorso universitario per la cattedra di professore di seconda fascia in chirurgia estetica, quelli fotografati dall’indagine del pm Roberto Sparagna, di cui è stata notificata la chiusura due giorni fa, con avvisi di garanzia per turbata libertà degli incanti, minacce e corruzione. Oltre a Stefano Bruschi (difeso da Stefano Castrale), che è accusato di tutti e tre i reati, sono indagati Maria Alessandra Bocchiotti (difesa da Carlo Blengino) e Giovanni Bocchiotti, rispettivamente presunta vincitrice designata del concorso e il padre, barone della chirurgia ormai in pensione, e proprietario di un noto centro diagnostico privato in Piemonte. Inoltre, sono finiti nei guai anche tre membri della commissione, accademici della stessa disciplina ma provenienti da altre università.
Dalle intercettazioni ambientali, audio e video, registrate nell’ufficio del professore, si desume che non sono superate, a Medicina, le regole dinastiche. Così Stefano Bruschi, che era stato nominato da Bocchiotti come suo successore anni prima, aveva nel 2018 l’onere di sdebitarsi promuovendo a sua volta la giovane figlia. Anche lei accademica, anche lei nel ramo della chirurgia estetica. «Io dovrei fare un monumento a tuo padre le dice a un certo punto mentre si sta predisponendo il concorso perché a suo tempo è andato contro corrente scegliendo me per farmi sedere nel posto che ora ricopro ».
Tutto incomincia nell’estate del 2018 quando arriva a Medicina la notizia: nel settore della chirurgia estetica sarebbe stato bandito un concorso, attraverso la cosiddetta “procedura d’eccellenza”, una sorta di premio extra budget per meriti scientifici. Quale occasione migliore per ricompensare un vecchio favore? « ” Questo posto è per Maria Bocchiotti” mi disse il professor Bruschi con grande imbarazzo » ha denunciato Marco Fraccalvieri, che invece si considerava candidato naturale per quel posto concesso con procedura straordinaria. «Mi disse che il posto lo aveva trovato il padre ( di Maria Bocchiotti, ndr)». «Ho interpretato tale decisione del professore come un consapevole atto di violenza nei confronti della mia vita professionale e umana tanto più che proprio a lui l’avevo in qualche modo dedicata » ha scritto Fraccalvieri in una denuncia che poi l’avvocato Michele Galasso ha depositato in procura. Allegando anche l’audio di una conversazione dalla quale emergeva chiaramente come i giochi per quel posto fossero già decisi. Basti pensare che il “medaglione” predisposto da Bruschi non richiedeva neppure la conoscenza dell’inglese, nonostante l’intero corso di laurea di Medicina, a Orbassano, sia obbligatoriamente tenuto in lingua inglese.
Ma non è tutto. C’è una storia nella storia che coinvolge gli stessi personaggi e risale a vent’anni prima. Lo ha raccontato Fraccalvieri nel suo esposto. « Ero un giovane medico di belle speranze che frequentava la struttura quando il professore Giovanni Bocchiotti era candidato a diventare primario. Mi chiese di aiutare la figlia (la stessa figlia che ora gli è passata avanti, n. d. r.) a entrare in scuola di specialità e convinto che se mi fossi rifiutato avrei pagato a vita le conseguenze, sottrassi al professore che predisponeva l’esame una copia del compito e la consegnai a Bocchiotti». L’imbroglio fu denunciato e il giovane medico ammise la colpa patteggiando una condanna lieve. E senza mai fare il nome di chi lo aveva “armato”.
Redazione
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la repubblica it