Richiesta la revoca del provvedimento.
L’assessorato alla Salute intende avviare la sostituzione del personale infermieristico con personale laico nelle Centrali Operative di Messina e Caltanissetta. L’OPI “si tratta di uno dei momenti di più aperta ed evidente lesione delle competenze professionali della categoria infermieristica”.
Il Coordinamento Regionale O.P.I. Sicilia, quale organismo istituzionalmente deputato alla tutela della categoria infermieristica ed in funzione del pieno esplicarsi del diritto alla salute costituzionalmente sancito, esprimere la propria più netta e risoluta contrarietà nei confronti della nota n. 2686 del 20/01/2020 dell’Assessorato Regionale della Salute, in merito alla sostituzione degli infermieri professionali con operatori SEUS nelle Centrali Operative del 118 di Messina e Caltanissetta.
“Si tratta, va detto in prima analisi, di uno dei momenti di più aperta ed evidente lesione delle competenze professionali della categoria infermieristica, di cui si invoca, per l’appunto, in modo evidentemente simbolico, la sostituzione” affermano insieme i presidenti degli Ordini Professionali Infermieristici delle nove provincie siciliane. “Ciò avviene, per ragioni presuntivamente analogiche rispetto ad altri sistemi, senza in alcun modo curarsi di valutare se l’analogia possa essere invocata nel caso in analisi, rispetto a sistemi assai più virtuosi (quello della Lombardia ad esempio), nei quali l’efficacia delle prestazioni sanitarie è da decenni testata e riscontrata” continuano i rappresentanti del coordinamento regionale OPI Sicilia.
Al di là di tali questioni di forma, ciò che sorprende in negativo è la sostanza del documento in oggetto, la quale dimentica, volutamente, di distinguere le competenze dell’infermiere da quelle dell’addetto amministrativo e non dà conto, ad esempio, del fatto che a quest’ultimo è preclusa l’attività di triage, mentre si ritiene che possa effettuare l’attività di call taker (c.d. triage telefonico)
In effetti, questo Coordinamento ne è perfettamente a conoscenza, tutto ciò non dovrebbe sorprendere dato il contesto di assoluta delegittimazione della figura del professionista infermiere, falsamente dato per carente mentre in realtà i fatti dicono che le procedure concorsuali per reperire altro personale infermieristico sono state incredibilmente bloccate per ragioni assolutamente insussistenti e pretestuose.
Si è immaginato di mutuare da sistemi lontani e non paragonabili a quelli propri del nostro contesto regionale un altro sistema di governance, presumendo di coprire le riferite (ma non reali!) carenze di personale con figure prive delle competenze professionali necessarie allo svolgimento di necessarie e vitali funzioni sanitarie.
“Non è forse questo il luogo appropriato per indagare le ragioni – invero assai note – di questo increscioso tentativo, ma è assolutamente evidente – e questo Coordinamento ha il dovere di ribadirlo con forza – che tutto ciò non è pensabile che avvenga con un secco colpo di spugna, cancellando impunemente le vigenti Linee Guida regionali”.
Occorre che il diritto alla salute sia tutelato dedicandogli le risorse presenti e competenti, nei rispettivi ruoli: ed è assolutamente il caso di diffidare dalle riferite assicurazioni di idoneità del personale amministrativo che sarebbe chiamato alle funzioni di ‘triage telefonico’, poiché ad oggi non è ammissibile – col carico di responsabilità connesse all’esercizio di funzioni medico-sanitarie – pensare che talune Centrali Operative di 118 (attenzione: non tutte, ma solo alcune, e ciò dovrebbe già indurre alla precauzione) possano proporre un percorso formativo idoneo a professionalizzare.
In questo senso l’unico presidio di reale formazione è quello dell’istruzione istituzionale, universitaria e pratica: se abbandoniamo tale principio, il rischio della deriva assistenziale è prossimo.
Vi è la necessità di evitare l’azzardo dell’analogia avallando piani industriali forieri di enormi rischi per la collettività e di misurarsi, al contrario, con le opportunità concrete di miglioramento del sistema sanitario, mettendo in campo le migliori risorse: pensare di sostituirle è aberrante ed apre scenari inimmaginabili per l’esplicazione concreta del diritto alla salute dei cittadini.
Per evitare che tali scenari si materializzino lo scrivente Coordinamento, nel contestare recisamente ogni aspetto della nota oggettivata, sollecita ogni sforzo da parte di chi abbia la responsabilità politica ed amministrativa affinché si revochi tale provvedimento e si governi il sistema 118 mediante il personale infermieristico competente ed adeguato.
Riteniamo altresì opportuno ricordare che il Coordinamento è ancora in attesa che l’assessorato emani una circolare sulla regolamentazione degli ambulatori infermieristici, di iniziativa privata, per consentire ai Comuni di rilasciare la dovuta autorizzazione. Tutti i Presidenti OPI Sicilia si aspettavano delle modifiche alle line guida per l’attribuzione dei coefficienti delle dotazioni organiche per incrementare di un minimo l’attuale rapporto infermieri pazienti a beneficio e per la sicurezza degli assistiti. Per non parlare del mancato apporto alla modifica della legge Regionale 39/88 che consente alle strutture private accreditate uno standard di personale di gran lunga inferiore alle strutture pubbliche. Forse anche in merito a questi aspetti sarebbe appropriato fare un confronto con la Lombardia.
Nei giorni scorsi la questione era stata sollevata anche dal Nursind
Fonte
In sanitas. It